Archive for the ‘Vita Quotidiana’ Category

A Volte Ritornano

Gen
18

Momento breve e intenso.
Forse presa da nostalgia, ho ripreso in mano il mio blog, esiste ancora!
Non so perchè, non lo aprivo da anni da prima dell’incidente alla gamba, dell’infezione che mi ha mangiato parte della coscia, da prima del dolore fisico cronico, da prima del lutto per la morte di papà, da prima di tanti avvenimenti che mi avevano allontanata da questo blog, avevo tanto altro a cui pensare. Ma poi eccola, nostalgia canaglia e viene voglia di sfogliarele vecchie pagine, scritte anni fa e torna la voglia di scrivere qualcosa.

Nostalgia brutta bestia. Rieccomi qua e chi lo sa.

Quando il tuo mondo crolla come un terremoto.

Apr
23

Di solito cerco argomenti allegri, spassosi, curiosi, ma arriva anche il momento dove non c’è allegria, non c’è felicità, forse nemmeno speranza e sembra che tutto il mondo ti crolli addosso. Non che neghi le mie colpe, di quelle ne ho talmente tante che se dovessi far un elenco non so se riuscirei a finirlo, ma alla fine tutto si paga, con gli interessi e sono veramente pesanti.

Anni di trascuratezza, anni di letargia, tanto tempo passato chiusa nel mio mondo senza guardarmi nemmeno attorno con tutte le conseguenze che sono solitudine, sovrappeso, incapacità di socializzare; si perchè ultimamente non riesco proprio a socializzare e questo non fa altro che farmi sentire sola, mi manca quello sfogo, quella valvola di sicurezza che qualche amico in più potrebbe far sfogare il miscuglio di emozioni che mi divorano sempre di più. Emozioni opprimenti che ogni giorno sembrano ingigantirsi e dalle quali non so come sopportarle; probabilmente nella mia vita e mare di errori c’è sempre stato questo mio isolarmi dal resto del mondo e solo ora sono costretta ad affrontarlo, assieme ai problemi che mi sono creata e a quelli che si sono aggiunti, non per causa mia, ma che nell’insieme rendono l’esistenza quasi insopportabile.

Vi siete mai sentiti oppressi a tal punto da voler sol trovare una via di fuga per sfuggire a tutto, un luogo isolato dal mondo dove nulla, nessuno, nemmeno un suono può raggiungervi? Ecco è quello che vorrei io, un luogo lontano da tutto e da tutti, dove trovare silenzio assoluto e pace che non riesco a trovare in altri mondi, solo il sonno è quell’attimo di tregua dai pensieri, dai problemi da tutto, quell’attimo di oblio dove il cervello finalmente si spegne e tutto smette di vorticare; alle volte vorrei dormire in eterno, un sonno infinito da cui non staccarmi più, dove i sogni prendono il posto di quello che è il mondo reale che ti prende a schiaffi in ogni secondo della giornata.

Mi son sentita dire per anni, che era ora di farmi operare, d’affrontare il percorso bariatrico <in pratica la riduzione dello stomaco>, che ne avevo bisogno, era una necessità, era la mia unica strada sicura per perdere peso; peso accumulato per stress alla fin fine, il cibo era una sorta di attimo piacevole, un momento di pensieri assenti e papille gustative che, anche se per poco, annullavano tutto il resto. Mi decido, affronto la questione e? Niente finisco nell’oblio del “non sappiamo se puoi affrontarlo” in pratica mi son sentita dire per anni di farlo e quando mi decido mi mettono in attesa, tipo appesa per il collo ad aspettare il verdetto. Non che mi faccia male, stare a dieta, ma è stressante, ogni mese il controllo, l’attesa infinita di sapere se si decideranno o no a darmi questa possibilità, essere in balia di persone che “dicono” di sapere, di capire, di comprendere ma non credo che sappiano realmente quanto sia stressante l’attesa. Sapranno quanto è dura dopo, ma l’emotività che crea questa attesa è come una nube temporalesca che sta li, tuona, ma il temporale non si decide a scoppiare e tu attendi speranzoso che il tempo si decida.

Non parliamo della gamba, ormai è passato più di un anno da quando mi ammalai di Fascite necrotizzante <evitate di cercarla se non volete incubi> un batterio fetente e sconosciuto che ti divora le carni, unico modo per eliminarlo è che ti amputino la parte aggredita e come si dice via una fetta di culo vicino all’osso, nel mio caso di coscia. La cosa non sarebbe nemmeno tanto terribile, ne sono uscita viva, se non fosse per i nervi recisi. Oltre un anno di compagnia dolorosa dove le opzioni sono due o te la sopporti o ti fai passare la morfina e entri in quel paese della dolce morfina che già io che son asociale, già mi chiudo in me stessa, mi ci manca solo di lanciarmi in un limbo farmacologico che mi renderebbe fuori dal mondo, ora che il mondo lo inizio a vedere. Ma dopo oltre un anno di dolori cronici, che non si sa se e quando termineranno, inizia a essere una compagnia pesante, ci son giorni buoni e giorni meno buoni, se il tempo è brutto i giorni diventano pessimi; camminare e trovarsi che ogni passo sembra una coltellata ti sfinisce. Ogni singolo passo ed eccoli li i nervi che scaricano tutto il loro dolore lungo la gamba se va bene, verso la schiena quando va male e anche le cose più semplici della giornata diventano montagne da scalare, dolorose in ogni istante.

E questo posso anche dire che me la sono cercata, mi sono trascurata, con una forma di auto lesionismo non indifferente e già sarebbe abbastanza se non ci si mettesse il tempo, tempo che non ho, mi serve tempo per riparare anni di danni e ora è come vedere gli ultimi granelli di sabbia che cadono giù per la clessidra e ti ricordano che di tempo non ne hai poi così tanto per tornare a una vita anche solo minimamente normale. Fatico a badare a me stessa, ai miei problemi, alle mie visite che tra ospedali, psichiatra e compagnia bella sono continue, ma finisce che non sono la sola. Come si fa, ridotti fisicamente e mentalmente a uno straccio, depresso, isolato, con quella voglia di trovare solo un angolo silenzioso dove chiudersi e chiudere fuori tutto il mondo a ignorare tutto il resto?

Mamma sta come sta, ha i suoi problemi e possono solo peggiorare, papà sta sempre peggio. Medicine su medicine, visite su visite, corse in ospedale improvvise. Una mattina ti alzi e tutto va bene e non sai se arriverai a sera senza tragedie, crisi o problemi… o in alternativa, corse in ospedale per crisi improvvise, incidenti e ogni possibile sgambetto che la vita può riservare; perchè se qualcosa può andare storto, quando tutto va male, vai sicuro che andrà peggio. Ed eccomi li, in mezzo alla tempesta, che non so gestire, non riesco a gestire, mi perdo lungo la strada, la ritrovo e mi riperdo come in un labirinto ove sembri trovar la strada giusta e poi eccolo il vicolo cieco che ti costringe a guardarti  attorno e a chiederti dove sei.

Ho bisogno di una guida, mi sto perdendo e sto affogando sempre più in questo mare di problemi che non riesco a gestire tutti assieme, non vado in pezzi solo per gli anti depressivi, ma anche quelli mi tengono insieme quel tanto che basta per andare avanti. Vivere con l’ansia di ogni giorno, l’ansia del cosa succederà, cosa accadrà di disastroso, ogni mattina che apro gli occhi, che vorrei solo richiudere, rimpicciolire fino a sparire. Si oggi non riesco a scrivere di sciocchezze, di frivolezze, misteri e curiosità. Oggi non riesco a trovare qualcosa che mi distragga, anche scrivere mi fa male, male perchè ogni parola è una fitta di dolore che porta alle lacrime, che ormai ho versato a fiumi e non smettono di cadere; ogni punto, ogni virgola, ogni lettera è una fitta di dolore e la dove la voce si interrompe silenziosa, ecco che esiste la tastiera, più facile, più semplice scrivere, sfogare i pensieri, la mente, provare a svuotarla scaricando su una pagina bianca tutto l’oceano di problemi e tristezza con cui convivo.

Forse starò un po’ meglio dopo uno sfogo, forse domani ricomincerà il solito circolo vizioso dove bisogna alzarsi, mettersi una maschera del “va tutto bene non vi preoccupate” e andare avanti, quando invece interiormente ci si sente sgretolare, come tante crepe che si allargano, aumentano e stanno li pronte a sgretolarsi, attendono solo il momento per andare in pezzi definitivamente.

Il mio mondo fa schifo, io sicuramente non ho mai fatto molto per migliorarlo, ma ora sta veramente andando tutto in pezzi. Non vorrei poi molto, solo un po’ di tregua, che so già non avrò e mi rifugio nell’unico angolo di quiete, il sonno, l’unico momento ove tutto ha fine, almeno per qualche ora e dove la mente smette di vorticare senza meta.

Buonanotte.

Vita negli anni 80

Apr
15

Come si viveva negli anni 80?
Bhè intanto scordatevi i cellulare, internet, mp3, ipad, imac, pc ecc ecc ecc ecc
Non esistevano e allora come si faceva?

Gli acquisti
Niente Amazon e niente Ebay, si comprava tutto per corrispondenza sul Vespro e Postalmarket, in doppia edizione, una estiva primaverile e una autunno invernale. E al tempo era il primo approccio dei maschietti sul sesso, consumavano pagine su pagine della sezione intimo. Ve lo ricordate eh? Consumatori di Postalmarket. Contenevano di tutto, abiti, oggettistica, abbigliamento (dimentichiamo i terribili colori e le spalline da rugby) e pernicioso c’era l’angolo TECNOLOGICO! Una mini tv era già considerato il futuro assoluto, si sbavava come lumaconi sul Comodore 64, ma ne riparleremo.

 


 

Il Comodore 64
Era il sogno, il dio, l’oggetto più agognato della generazione, il primo “computer” aggeggio infernale che costava una svenata che con il “basic” si poteva programmare, si allora altro che html, vai di BASIC! Era un modo per programmare, ma tutti lo usavano per giocare, ma se oggi i giochi costano un occhio, al tempo erano su CASSETTE, non scherzo, CASSETTE <cosa sono? lo vedete sotto> e costavano poco, le trovavi in edicola.

Quando appunto dicevo cassette non scherzavo… CASSETTE!
Ognuna conteneva vari giochi e via si pixel sgranati a giocare!

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Le Merendine… Che erano porche e straporche!

Le merendine di oggi fanno tenerezza.
Iniziamo con la mulino bianco… hanno abolito il SOLDINO e li andrebbero denunciati solo per questo, il tegolino era un bel blocco ora fa venire la tristezza. Ma la cosa migliore erano le SORPRESINE! Che venivano confezionate in scatoline tipo fiammiferi e tutti sognavamo di trovare le gommine che riproducevano le merendine. Poi Litri e litri di latte con nesquik, senza dimenticarsi quella cosa stranissima di nome Billy che spacciavano per aranciata, erano gli anni del “se non ha conservanti non fa bene” ci siamo ingozzati di coloranti e conservanti senza ritegno. Sopravvissuti? Cocca cola e estathè quelli sono rimasti immutati nel corso degli ultimi 40 anni. Resta che negli anni 80 le merendine erabno molto più Porche in ogni senso , dalle dimensioni ai sapori, ora tra no conservanti, no coloranti, no olio di palma, c’è da chiedersi se davvero siano naturali o abbiano sostituito tutto con cose chimiche sconosciute che fra 40 anni saranno abolite.


 

Ma quanto erano belle le Pubblicità?

Erano i tempi delle pubblicità divertenti, se oggi sbuffiamo, al tempo erano a dir poco divertenti. Per far capire la loro bellezza, allego qualche link di youtube, per capire quanto erano belle, uno deve vederle.
https://www.youtube.com/watch?v=FM_qy4QkGE0&list=PL9Gq3UB1hfv4D8Ba6FUHpm_hunXMoX4RC

Da godersele, un tuffo nei ricordi.

Fine prima parte del tuffo nei ricordi della mia infanzia!

Cartomanzia Online, una truffa generalizzata sia per utenti che operatori.

Set
29

1-tarocchi

Era tanto che non scrivevo, ma quando non si ha nulla da dire il silenzio è d’oro e se l’unico argomento sono problemi di salute, diventa pure noioso e patetico, quindi risparmio al mondo della rete storie di struggente vita, che già non è che io sia molto fortunella e passo oltre.

Parliamo de… Lavori online!
Il mondo della rete si sa è selvaggio, molti se ne approfittano offrendo lavori da casa facili, almeno così dicono. Ora che sono bloccata a casa per un post operatorio alla gamba destra, si cerca qualcosa da fare comodamente seduti, anche perchè altrove non posso andare più di tanto e tra articoli per un servizio online qualcosina si tira su e sono incappata nel fatidico: Ricerca Operatrici di Cartomanzia.

Ora alcune premesse, qualcosa so di tarocchi e affini, più avanti vedere delle parole tra virgolette “” bhè spiegano il concetto ma evito il termine scurrile utilizzato dai vari utenti, più che altro per non urtare la sensibilità di alcuni, questo per far intendere che alleggerisco il discorso con una sorta di censura verbale o scritta che sia per evitare travasi di bile o altro. Ma andiamo per gradi.

A luglio trovo un annuncio ben fatto sulla ricerca di operatrici di cartomanzia, occhio che l’annuncio ancora sta in giro e sti truffatori non hanno mollato l’osso ma continuano a fregare allegramente chi risponde. Minimo salariale, lavoro da casa col pc, ma oggigiorno perchè fare gli schizzinosi? Contatto e inizia la presa per i fondelli, che da un giorno all’altro era sempre più evidente, difatti dopo 5 giorni il vaffanculo fu epico. Intanto appena ti contattano iniziano a chiederti se sei disposta a fare anche intrattenimento, ma non ti spiegano MINIMAMENTE le razza di porcherie che usciranno fuori, per intrattenimento si intende assecondare le porcate dei “signori” maschi che chiamano e fin li è anche accettabile ma non esiste nessun filtro per i generi, quindi ti può capitare il “segaiolo” tranquillo ma anche il malato di mente totale. Ovviamente nessuna preparazione, nessun avviso ecc ecc ecc Ma siccome pagano di più e sono maggiori le chiamate uno che fa? Ci prova.

Primo punto, l’offerta per cartomanzia è uno specchietto per allodole lo usano per avvicinare utenti femmine da lanciare poi come carne in questa schifezza.

Io son durata, vediamo… 5 giorni in tutto.
Durante i quali le chiamate per cartomanzia e anche li ci arrivo dopo eh, erano una goccia nel mare, mentre quelle di “segaioli allegri” una marea infinita. Ho beccato dai feticisti dei piedi, al bestemmiatore la cui massima aspirazione era infilare un crocifisso la dove NULLA dovrebbe entrare e pretende che tiri madonne a tutto spiano. Uomini che lamentavano che pagando la chiamata dovevi dargli numero, indirizzo telefono e anche accoglierli “nel tuo letto a farti ripassare” e diventavano violenti verbalmente al no. C’erano i pazzi che sognavano di farsi fare un “servizio” da un trans, amanti del connubio salsiccia e bocce, o quelli che amavano gli “escrementi” di ogni genere o chi voleva ragazzine giovani perchè? Bhè Non domandiamocelo anche se la risposta è ovvia. Pazzi furiosi che si chiudevano in bagno durante la pausa lavoro per telefonare e farsi un “servizietto” o chi chiamava parlando sottovoce per non farsi sgamare da moglie o famiglia, insomma scusate Signori Uomini ma per uno che si salva ce ne sono almeno due o tre che andrebbero castrati a vista. Ovviamente in questo letamaio non ti spiegano un tubo e le chiamate per cartomanzia sono diciamo una pausa nello schifo finchè non scopri cosa? Che anche li chiamano i “porci arrapati” e che il gestore ascolta le chiamate, perchè se ricordi che è un servizio di cartomanzia, questi ti richiamano dicendo che devi assecondare e resti basito… C’è mi chiamano per le carte e finisce a segar il legno? Assurdo.

Ma parliamo ora della cara cartomanzia… preparazione? NULLA in pratica sparano minchiate a caso a un branco di boccaloni, perlopiù donne, che cercano amore amore amore e la maggior parte sono sposate e hanno l’amante e non sapendo come districarsi in questo casino vogliono saper dalle carte come fare, chi le ama ecc ecc ecc Ma siete grulle o cosa?  Qui viene il dubbio che quando fu distribuito il cervello i maschi fossero in bagno a farsi un solitario e molte donne a far la tinta ai capelli o non si spiega la vastità dell’idiozia umana.

E fin qui direte “bella roba” ma non sapete il meglio! Come dicevo ascoltano le chiamate e BAM ti arrivano a richiamare se non sei sufficientemente “porca” per assecondare i clienti e pertanto ti danno un calcione nel sedere e salutano, ma questa è solo una Scusa. Scusa? Si la usano per non pagare, in pratica ti fanno sorbire lo schifo, ti sfruttano e poi eliminano loro guadagnano il 100% sulle chiamate e non pagano con la scusa del prova, del non essere capaci, di non aver superato il test o chi se ne va schifata (grazie google e forum che parlano dell’argomento) la ricattano che se molla non pagano. Quindi l’inculata è bilaterale. L’utente fesso che chiama i numeri a pagamento per carte, futuro o un solitario, quando si potrebbe comprare una bella rivista e darsi una regolata e per chi ci lavora, sfruttato, usato e infine gettato via come spazzatura. In fondo ci ho perso solo cinque giorni, esperienza più che altro interessante sul lato “umano” che mi ha fatto salire a mille la nausea verso il genere maschile e la tristezza per la stupidità femminile.

Insomma una delle tante truffette della rete dove chi si arricchisce è l’ennesimo furbone che si approfitta delle pulsioni “schifide” maschili e dell’insicurezza femminile sfruttando operatori e operatrici che vengono usati e scaricati tenendosi tutto il guadagno, che gli auguro di spendere tutto in cure mediche, almeno questo concedetemelo.

Morale della favola. Sembra facile? Promettono pagamenti sicuri? Non ti spiegano una beneamata fava? Diffidare gente diffidare sempre se poi non c’è uno straccetto di contratto, anche per i servizi definiti prestazioni occasionali, diffidare sempre che qui i furbi son sempre pronti e si approfittano di tutti sia di chi è insicuro, di chi deve per forza infilarsi le mani nei pantaloni e di chi cerca un lavoretto per arrotondare. Tutte vittime di “furbacchioni” ben preparati. Io la prendo con filosofia, qualcosa ho imparato.

Il Dolore Della Memoria. 6 Aprile 2009 – 20 Maggio 2012

Lug
21

Pezzo indipendente che scrissi per un sito blogger, a quasi un anno di distanza lo rileggo e mi tornano i brividi.

http://www.paid2write.org/altro/il_dolore_della_memoria_aprile_2009_20_maggio_2012_22467.html

 

Correva l’anno 2009, per l’esattezza il 5 Aprile. Era una serata come tante e la gente, stanca per il lavoro, rientrava a casa: cenava, si dedicava alla visione dei programmi serali, normale routine in un paesino alle pendici delle montagne che circondano l’Aquila, a circa sei chilometri dalla ormai tristemente famosaPaganica diventata nota, nelle cronache nere, proprio quell’anno. Era arrivata la primavera, l’aria iniziava a riscaldarsi e i profumi dei boschi arrivavano fino in cima alle montagne, un senso di risveglio generale dal torpore dell’inverno, pervadeva tutti gli abitanti dei piccoli paesini limitrofi alla storica città.

Domenica delle Palme, la città era perlopiù deserta, le case e gli appartamenti studenteschi svuotati dai ragazzi che erano tornati a casa per le vacanze; l’Aquila città degli studenti, piena di vita durante l’anno scolastico, in quei giorni era a dir poco deserta, ma in fin dei conti fu un bene. La notte scorreva tranquilla, come sempre succede in cima alle montagne, lontani dal traffico e dai rumori molesti; scattò la mezzanotte e iniziò il fatidico 6 Aprile 2009, allora c’era anche chi era sveglio, chi era in ferie e si godeva la serata piacevole. Scoccarono le 3.30 e iniziò la distruzione.

Provate a contare… uno… due… tre… contate fino a trenta. Contate immaginando il buio del Black Out, il boato simile a quello di un tir che passa dentro casa, tutto intorno a voi che trema, i suoni delle pietre che si spezzano, delle case che crollano, delle urla o del cuore martellante nel petto che sembra voler scoppiare dalla paura. Contate fino a trenta, non saranno mai abbastanza veloci i secondi. Solo un pensiero aleggiava quella notte tra coloro che subirono il sisma: “Siamo Morti”; ma molti riuscirono a sopravvivere e come fantasmi uscirono dalle loro case, alcune in piedi, altre danneggiate, altre crollate. Chi era ancora vivo e sano correva a cercare amici, parenti, conoscenti; alcuni scavavano con le mani nude tra le macerie, alla ricerca di chi mancava all’appello e le persone si univano nelle piazze, con ancora addosso: i pigiami, una coperta, qualsiasi cosa potessero aver preso mentre fuggivano da casa.

La città era in ginocchio, la maestosa Aquila ridotta a macerie fumanti e polveri sottili; nei paesini attorno alla città la situazione era, se possibile, ancora più disperata. Le comunicazioni tagliate o sature per le chiamate d’emergenza, nessun modo di contattare amici e parenti, le strade invase dalle macerie, le auto danneggiate e gli abitanti di quei piccoli centri urbani, osservavano dall’alto dei loro piccoli mondi, la grande città urlare il suo dolore. Urla e sirene si mescolavano nell’aria arrivando come echi lontani fino in cima alle montagne, gli abitanti dei piccoli borghi non potevano far altro che aiutarsi, stringersi tra loro e osservare atterriti la grandeAquila agonizzante.

6 Aprile 2009, ore 3.30.
Una notte che nessuno di coloro che ha vissuto dimenticherà mai.

Passarono gli anni, ogni anniversario le radio si riempiono della “Canzone per l’Abruzzo”, i tg ricordano, i programmi si lanciano nella memoria, un fenomeno mediatico che si ripete come un circo. Ogni anno ci ricordano un pezzo d’Italia spezzato, memorie che sembrano spegnersi puntualmente a maggio, ma il quinto mese è testimone di un altro disastro, della stessa portata, spesso nascosto nell’ombra.

Bassa Modenese, primavera 2012.
Sono trascorsi tre anni dalla catastrofe in Abruzzo, il terzo anniversario è appena trascorso col solito colpo di coda mediatico che ha visto passare in rassegna: articoli, servizi di repertorio e in diretta, musica, social network. La solidarietà, almeno nelle parole, è sempre presente sulla bocca di tutti.

E venne il 20 Maggio, molti non sanno come sia la vita nella Bassa: un luogo strano, magico, dove la vista può spaziare per decine e decine di chilometri, fino ad accarezzare la cornice dell’appennino. Il cimone è la piccola vetta maestra di quelle pendici e in maggio, spesso, ha ancora sbuffi di neve che ne decorano la cima; i campi, i frutteti e i vigneti, sono un tripudio di verde d’ogni sfumatura, il grano e l’erba medica crescono rigogliosi e già si vedono i filari di granturco germogliare e diventare ogni giorno più sani e forti. I campi incolti sono un fiorire di papaveri e ranuncoli, che aggiungono pennellate di giallo e rosso al verde cirostante. La Bassa: terra di fiumi, campi coltivati,i canali d’irrigazione, zanzare e caldo afoso in estate, nebbie e umidità d’inverno, luogo di piccoli paesi orgogliosi delle loro torri con campane e orologi, ricordo di tempi antichi. La Bassa Modenese o si ama o si odia, per i suoi pregi e i suoi difetti.

La Bassa Modenese venne ferita gravemente il 20 Maggio del 2012 alle ore 4.04, quando un nuovo sisma fece tremare di paura l’Italia e spezzò un piccolo fazzoletto di terra, circa 40 chilometri quadrati, tramutandolo nel teatro di una nuova distruzione. Paura, macerie e morti si ripeterono in un luogo conosciuto per la sua calma e tranquillità.

I mass media si lanciarono sulla nuova provincia ferita, in televisione si videro nuove immagini di morte e distruzione, servizi in diretta, nessuno s’aspettava che di lì a nove giorni la terra avrebbe richiesto un nuovo tributo. Il 29 Maggio la terra tornò a tremare, causando altri danni nelle zone già lesionate dal primo sisma e distruggendone altre che erano scampate fino a quel momento; la terra era spezzata, i campi solcati da enormi voragini e i campanili e le torri, fasti di tempi antichi, distrutti in macerie che lasciavano i cuori dei modenesi smarriti. Molti di coloro che hanno visto i servizi non hanno mai ben capito quanto fu doloroso per i modenesi perdere le torri e i campanili, al pari di cari amici. Per la maggior parte degli Italiani sono solo strutture, ma per gli abitanti della Bassa erano qualcosa di più. Erano e sono la memoria della terra, esistono da prima della bonifica dei campi e delle coltivazioni, i loro grandi orologi segnavano l’inizio e la fine del lavoro, tutti ne beneficiavano in un’epoca dove la tecnologia era pura fantasia; la vita veniva scandita dai loro rintocchi. Una reminescenza e un orgoglio che pervade tutti i modenesi, le torri e i campanili uniti ai loro orologi, sono l’emblema di una popolazione, il suo specchio e come loro la gente fu spezzata.

Si per un po’ Modena è stata nelle prime pagine della cronaca, ma presto, nell’arco di un mese dal secondo sisma, le notizie sono sfumate, rimpicciolite e infine dimenticate. Ogni anno ad Aprile inizia il periodo dei ricordi, si canta l’Abruzzo, ma quando inizia Maggio tutto si spegne.

Modena, piccola città dimenticata.

Io c’ero nel 2009.
Io c’ero nel 2012.
Io ho visto entrambi gli orrori.
E ogni notte devo far i conti coi ricordi: urla, boati, sirene e morti, tornano a farmi visita nei sogni.

Baccarani Micaela

Traumi da Movie Maker di Microsoft

Lug
15

Iniziamo dal.. che l’è movie maker?
Ecco fin ora ho ignorato pure io questo programma che stava sul mio pc dalla sua nascita, fa parte del pacchetto standard di windows, ma come me immagino che molti nemmeno sappiano che roba viene appioppata insieme al pc. Programmi che restano nell’oblio del computer e spesso mai usati, fin quando… BAM. Scopri che esistono.

Partiamo dall’inizio. Ormai il libro è una fissa e cerco di farmi la promozione da sola, anche se so che richiederà decisamente secoli, ma pazienza un passettino alla volta. Tra questi passettini c’era il fantomatico Video Promozionale… Ovvero? Farsi il video del libro, per presentarlo alle community come Youtube, oltre che usarlo per pubblicizzare in generale. E fin li uno dirà e che sarà mai pigli il cellulare e fai sto video… Eh no! Li casca il video… deve essere inerente al libro, farne capire magari la trama, evocare l’idea che il libro trasmette… Ecco panico assoluto, io che uso phostohop continuamente non avevo idea di cosa usare per un VIDEO!

Santo Google, lancio una ricerca e scopro i programmi disponibili free per fare questo “Sporco lavoro” e cosa leggo? Movie Maker e il mio neurone si sveglia e mi da una gomitata mentale. “Ehi bella guarda che ce sta sul pc” Seguo il consiglio del neurone sveglio e controllo.. c’è! Bene il problema diventa usarlo, un po’ come programmare un videoregistratore negli anni 80 con le istruzioni in polacco, un classico che non tramonta mai. Ma reduce appunto dai suddetti libretti di istruzioni in lingue che nemmeno sapevo esistessero, affronto Movie Maker, che per fortuna non è in cirillico, ma in ITALIANO.

Non mi dilungherò sulle prove, riprove, santi del paradiso che cadono come se piovesse, fatto sta che dopo tre ore di sudata fatica riesco a caricare questo benedetto video. Non è il massimo, non è nemmeno professionale, ma è mio ed è il primo. Col tempo spero di affinarmi nella tecnica.

 

Publishing fai da te?
no editor?
hahihaihahi haiiiii!

Calda estate

Lug
3

DemonsIISono stata latitante dal blog lo ammetto, ma ho anche ottimi motivi.
Si sa che ultimamente lo scrivere occupa molto del mio tempo libero, tanto che al primo libro, seguito il secondo e ora sto lavorando al terzo… Ma che cosa ho imparato in questi mesi?

Semplice il mondo dell’editoria è fatto di squali e sciacalli.
Che se possono ti pigliano, spolpano e nemmeno lasciano la carcassa.
Che il Self Publishing è una vera e propria giungla e molti vivono di letterale SPAM per farsi vedere e leggere. Insomma un vero inferno che pure la calura estiva sembra gelida a confronto. Ma andiamo per gradi.

Ero rimasta al primo libro e al servizio Lulu.com
http://www.lulu.com/spotlight/MicaelaBaccarani
Come noterete la vetrina si è arricchita abbondantemente, il secondo libro è finito e si, sto lavorando al terzo, ma visibilità nemmeno a pagarne oro. Nel mentre ho ricevuto un paio di offerte da degli editori, uno con commenti Lusinghieri, ma il contratto haimè era una cosa indecente che ovviamente è stato rifiutato. Vi copio i commenti sul Primo Libro.

“”Gentile autore

BACCARANI MICAELA

il comitato lettura della nostra editrice ha provveduto ad esaminare il manoscritto dal titolo DEMONS – L’alba di una nuova era. Il mondo visto con gli occhi dei malvagi esprimendo per lo stesso le seguenti considerazioni.

Sguardo d’insieme

(…) Buon apprezzamento ha suscitato l’opera arrivata presso il nostro comitato lettura. Un libro che nel suo scorrere fluido va a toccare le corde più profonde della fantasia. Un viaggio in un mondo immaginario dove fanno da padroni i malvagi e il male in generale visto e raccontato come soggetto principale.

Coinvolgente, piacevolissimo ed emozionante. Buonissime le descrizioni dei personaggi di cui va esaltata l’accurata introspezione psicologica. Romanzo piacevole da leggere nonostante la lunghezza, ricco di particolari e dettagli minuziosamente descritti che permettono al lettore di immaginare, quasi esistessero realmente gran parte dei luoghi e dei personaggi. (…)

Analisi dello stile narrativo

Un manoscritto che si presenta interessante, è ben scritto chiaro ed intuitivo. Si rilevano alcuni refusi che si dovranno modificare in sede di correzione bozze.

L’esito e la collana editoriale

Il comitato, sulla base di quanto evidenziato, ha espresso PARERE FAVOREVOLE relativamente alla pubblicazione del manoscritto nella collana editoriale XX XXXX, riservata ai romanzi e alla narrativa.

Ci rendiamo sin d’ora disponibili a fornirLe quant’altra informazione o precisazione si rendesse necessaria. Attendiamo Sue conferme al fine di programmare e concordare l’uscita del Suo libro.

Ci è gradita l’occasione per inviarLe i nostri più cordiali saluti.

La redazione””

Immaginate me autore emergente che legge una simile recensione, come na cogliona mi son messa a piangere, poi è arrivata l’acqua gelida, tanto bello il commento tanto terribile il contratto che mi ha riportata coi piedi per terra e fatto decidere, per ora, di proseguire col self publishing. Ovvero me lo pubblico da sola. Proseguo per la mia strada col gruppo Facebook e nel mentre conosco un blogger <si scrive così? mhà> tale Vincenzo e scattano una serie di Mail a cui è conseguito un articolo, sono molto lusingata, sulla mia esperienza in questo mondo dell’auto editoria.

http://www.selfbooks.net/

Il blog è piccino ma son sicura che col tempo crescerà, c’è da dire poi che chi ama scrivere lo fa per piacere personale prima di tutto. Qui la storia prosegue, grazie proprio al suddetto blogger, scopro Wattpad e mi si apre un mondo. Per farla semplice è un portale di condivisione, dove gli autori emergenti si mostrano, fanno leggere i loro lavoro, e cercano di aver un seguito… E anche li mi chiedo alcuni come facciano ad aver simili seguiti se non spammando in maniera selvaggia i loro link ovunque. Comunque il servizio offre migliaia di titoli, anche in italiano, da leggere e una comoda applicazione per cellulari e tablet. Insomma una libreria virtuale sempre a portata di mano. Mi evolvo e mando in pensione i pdf online e mi affido al servizio.
Mi piace, che dire.

https://www.wattpad.com/user/MicaelaBaccarani

E li che fai? Ti tocca collegare tutto perchè con questo mondo di social network è tutto concatenato e collegato e si torna al buon vecchio Faccialibro, alias Facebook. Inizio li a chiedermi se scrivere non sia veramente un lavoro, anche se fatto nel tempo libero, perchè per seguire ogni social e cercare di farsi contatti e essere attivo magari nei gruppi di interesse, porta via una marea di tempo e energie.

https://www.facebook.com/groups/967533973266214/

Mi accorgo nel mentre del Grande Assente.. Google+
mi sarei lanciata da un ponte parola e con lui Twitter!
Si perchè di social non ce ne son abbastanza.. Ma io dico la gente vive di pane e social? Mi sa di si, ma senza di loro col cavolo che ti fai un seguito e senza un editore radicato alle spalle tocca piegarsi. Così nascono le pagine:
https://plus.google.com/u/0/108379412758771730092/posts
Google + e subito appresso il collegamento al caro twitter.
che poi scopro che anche qui è tutto collegato uso un social e pubblico sugli altri..

Insomma la confusione è ancora tanta e appena capisco cosa sono gli Hashtag, si scrive così?
Insomma quelle parole anticipate dal dannato # che gli utenti infilano ovunque.

In mezzo a questo marasma, trovar le idee
metterle assieme
scrivere il terzo volume
è una passeggiata a confronto!
DemonsIII2

 

 

 

 

Si perchè siccome NON sono contenta non è che dici, dai mi fermo..
No! Finiamo il terzo e pensiamo pure alla seconda trilogia, trovate le copertine sulla pagina facebook. Inizio a pensare d’aver una qualche forma di masochismo, eppure scrivere mi piace lo trovo rilassante.

 

Ma porco Gatto

Ago
16

Esclamazione diversa non mi viene per descrivere il Ferragosto appena trascorso… e la gente si stupisce se al suo “ma è il ponte, è estate.. rilassati”.. ma ma ma FacoFF!

Chiunque ha un gatto sa quanto sono tremendi se si fissano su una cosa.. Bene iniziamo dalla notte del 14 i miei decidono che vogliono farsi un giro fuori. Ora per chi non conosce i miei gatti sono bestiole che hanno vissuto 6 e 7 anni in casa mai usciti, il maschio nemmeno può andare in giro, avendo problemi di reni e calcoli va tenuto sotto stretta sorveglianza. Se mangia qualcosa che non deve possono essere dolori.

Morale dopo sette anni di vita serena casalinga, vogliono vedere il mondo e nella notte del 14, forata la rete che proteggeva la finestra, se la svignano. Me ne accorgo la mattina quando mi sveglio e li è un calvario di giri a cercarli, richiami, telefonati a enti vari per segnalarli, volantinaggio… insomma arrivo alle 22 sfinita, sgolata e loro dove stavano? SOTTO l’edera della tettoia proprio sotto la finestra e si decidono a fare MIAO quando? Quando fa buio… Ma nelle 14 ore precedenti un miao no porca paletta?

Ok li ho recuperati è l’importante.
Il maschio si ridà alla vita sedentaria.. eh pollo scappi e ti allontani di due metri infrattandoti nell’edera.. sei proprio un gatto grullo. Ma Con Kalì la faccenda si fa seria. Dopo aver mangiato, bevuto sonnecchiato eccola che Riscappa. Nonostante la rete nuova lei si inerpica tra rete e veneziana e trovato un passaggio se la risvigna e dove torna? nell’edera ovviamente. E alle 6 del mattino mi tocca rirecuperarla.. non felice alle 8.30 REPLICA, altro buco altra fuga, alchè la recupero nuovamente e trovata una rete temporanea in ferro, ( me ne farò fare una su misura) blindo l’intera finestra, che già le inferiate fanno molto alcatraz.. con la rete non vi dico.

E voi direte.. finita?
SEEE magari.

Finesta bloccata?
No aio problema, impariamo ad aprire le porte e andiamo in quella del bagno, solo che in bagno c’ero io e l’ho placcata. Bene ora prima di uscire dovrò chiudere tutte le finestre e chiudere la porta del bagno per evitare che sta fetentella nera si dia alla fuga. Non so voi ma io soffro già di vertigini, salire in cima a una scala a pioli tre volte al giorno è un po’ troppo.

Adesso forse sono riuscita a bloccarla, ma il piagnisteo in corso non vi dico.
Un miao disperato costante.. ma io dico per due metri di edera? Almeno Alucard dopo la fuga sta li sul letto in relax e non ha mezza idea di riscappare… ma lei è testona.

insomma sono sfinita di sonno e stanchezza.

Ladri di parcheggi disabili

Giu
9

 

 

 

 

Mancavo da un po’.. ebbhè non sempre capita qualcosa che valga la pena di raccontre ma oggi si.. oggi val proprio la pena con tanto di foto.

111

Ammetto ancora non so se portare la foto ai vigili, che tanto non faranno un tubo o no.. o forse se si annoiano qualcosa fanno.. ma non credo comunque ringraziasse che ho censurato la targa, visto che qualche nonantolano l’ho in FB e potrebbero leggere e riconoscere sta testa di ciolla.

Vado a far la spesa all’euro spin.. caldo infernale e fortuna che i posti per invalidi sono all’ombra o quasi, ovviamente ero con mia mamma e ci godiamo appunto questa piccola comodità riservata a lei. Mentre andiamo via arriva sta testa di minchia, altro non so come chiamarlo che PAM posteggia beato dove? Posto invalidi ma pensate avesse il cartellino? Ma ovviamente NO ed era italianissimo eh.

Ringraziasse che c’era caldo mamma in furgone e stavamo andando o scoppiava la seconda “Semi Rissa” in discount. Eh si perchè ste teste di minchia è pieno il mondo, una volta trovai tutti i posto occupati da dei NON DISABILI e con mamma che feci? Il parcheggio sotto al sole tenendola per un braccio .. eh perchè lei cammina bene  comoda ehhh. Fatto sta che entro e cerco le teste di minchia che hanno occupato i posti invalidi e ZACCHETE li riconosci a vista. Il primo, quello furbo, paga in cassa, testina bassa e corre fuori.. la Seconda il genio del male, con due figli appresso che salta su “è mia cosa vuoi?” ma con una boria di quelle che mi hanno ovviamente occluso la vena e scatta il “rissone” verbale alle casse.-. che pensava stessi zitta? Mamma intanto si defila dietro l’angolo a godersi, al sicuro, la scena che si consuma davanti a tutti i clienti dell’eurospin. Io che chiedo alla tipa se è handicappata nel cervello a fregarsi i parcheggi degli invalidi, lei che recrimina che non deve fregarmene nulla e io infame esco e CLICK foto alla macchina e minaccia di chiamare immediatamente i vigili se non si levava.

 

Alle casse intanto un lieve mormorio i clienti, perlopiù anziani, si godevano la scena.

Questa esce e RIENTRA a testa bassa coi figli “Dammi il telefono o cancella la foto” e io “altrimenti?” e mi faccio avanti.. della serie sperassero di tirarmi giù con un colpo o i due spilungoni e mamma finivano in ortopedia. Questa ormai isterica “ma che te ne frega dove sta l’invalido tuo?” E li amo mia madre che appare da dietro l’angolo, stampelle annesse e fa “sarei io”.. Cala un silenzio di tomba tutti che fissavano la tipa schifati e lei che inizia a indietreggiare e io avanzare “LADRA” e questa “ma come ti permetti” e tra l’assenso generale le urlo dietro mentre scappa “Chi ruba i posti agli invalidi è un LADRO!”

Quella li non l’ho più vista <.< chissà come mai. Il bello è che una cassiera ghignante mi fa “abbiamo beccato il marito, tempo fa, a rubare, ancora viene qui.” Ammazza che faccia tosta e il ladra deve averle bruciato tantissimo.

La testa di ciolla di oggi? Gli è andata bene che mamma era stanca e aveva un faccino da “andiamo a casa” o parola entravo nel discount come un bufalo e lo facevo nero.. davanti alla figlia e si perchè sto cretino aveva dietro una bimba <o bimbo?> .. Eh che bei PRINCIPI e che EDUCAZIONE gli insegna proprio dalla tenera età.

Almeno che la bimba capisse che razza di coglione ha come padre.

 

 

 

Amaryllis una vera mania

Mag
16

Primavera porta i fiori e come ogni anno rispolvero i miei bulbi di amayrllis, una famiglia di fiori che allargo ogni sacrosanto anno. Dobbiamo capire che come fiore ammetto è piuttosto costoso, dai 18€ in piena stagione invasato e in fioritura agli 8€ circa per un bulbo… Immaginerete uno o duen all’anno non di più e così in tre annetti la mia famigliora di amaryllis cresce. Aspetto sempre l’offerta, le rimanenze, le giacenze, gli invenduti.. Perchè per non tenerli sul groppone li rivendono a prezzo ribassato… ma non sempre.. Arrivo quest’anno ad aver a inizio primavere cinque Amaryllis.

Uno Rosa. Uno Rosso… Uno arancio e i due new entry una coppia di bianchi. Già felice inciampo in una serra, dove hanno un cesto e cosa trovo un mese fuori stagione? Bulbi 3 x10€… mi sento male li osservo.. ok sono un po’ patiti ma possono farcela e me li porto a casa.

Li curo li metto nel loro vaso, li concimo con guan di pipistrello e le piante decidono di premiarmi, nonostante la sofferenza si riprendono, iniziano a vegetare ed eccole le gemme fiorifere! Il primo un bellissimo rosa multi corolla screziato.. mi mancava! Il secondo si aprirà a giorni e il terzo vedremo ma già <scalpito> sembra che il secondo sia un’arancio multi corolla lo fosse sarebbe il secondo colpaccio, visto che mi manca. Intanto il mio buon rosso fiorisce, il rosa classico pure e tutti i miei fiori sono forti e sani. Insomma ho un davanzale invaso da amaryllis!

Forse non tutti hanno la pazienza di attendere un anno per vedere un mese di fiori ma io attendo sempre febbrilmente il momento dove esplodono nella loro bellezza…

Problema… il davanzale inizia a essere stretto!
Comunque hanno bisogno davvero di poche cure.
Amore, un po’ di concime, vaso non troppo grande.
Sole pieno, ma attenzione al vaso nei periodi troppo caldi meglio schermarlo <io uso una tavoletta di legno> o il vaso si scalda e bolle le radici. Il sole va benissimo per le foglie che si caricano di energia. Poi l’inverno senza nemmneno bisogno di svasarli.. meglio metterli dentro basta una sola gelata e il freddo li uccide tutti.

Ed eccoli li imperterriti ogni anno a sbocciare in tutto il loro splendore!

 

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