Il Cassetto dei calzini

Mag
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Alucard1Domenica mattina.
Sonno pazzesco ma tocca alzarsi il bagno chiama e mezza addormentata vado a seguire la natura. Fin li una normalissima domenica se non fosse che al ritorno dal bagno alle 6 del mattino, quando le luci sono soffuse… Noto un mucchio nero vicino all’armadio. Il neurone ancora dorme e dal corridoio non capisco cosa sia. Mi avvicino cauta, lo osservo meglio e accendo la luce.

Si para dinnanzi l’ennesimo colpo gatto.

Non so chi sia stato dei due o se è stata un’azione congiunta di Kalì e Alucard fatto sta che io umana stordita non ho chiuso bene il cassetto dei calzini.. alias un cassetto di un metro per cinquanta <alla faccia del cassetto un cassettone> lasciando che ci fosse una fessura di tre centimetri se era tanto. BENE in quei tre centimetri i felini hanno, uno alla volta, tolto tutto quello che c’era nel cassetto e ammucchiato allegramente i miei calzini per terra.

Ma io dico.
che gusto c’è, mentre dormo, di andar a svuotarmi un cassetto, infilando le zampine in uno spazio veramente ristretto, fino al fondo per sfilare uno alla volta i miei calzini e farci un bel mucchietto. Ma a quale mente criminale può mai piacere un passatempo simile.

Mi volto e osservo i due imputati che sul cuscino accanto al mio mi fissano con faccine da angioletti innocenti. Abbatto qualche santo e butto tutto nel cassetto, lo sistemo poi alle sei del mattino non sto sicuro a riordinarlo. Lo chiudo e stavolta mi sincero che sia non chiuso ma sigillato e torno perplessa sotto le coperte. Non smetterò mai di chiedermi che gusto di provano i gatti in simili passatempi. Ma è dal tempo del rotolo di carta igienica tramutato in stelle filanti, che ho smesso d’aspettarmi una risposta.

 

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