Puglia, estate anni 80.

Gen
18

 

al tempo ero una bambina e tutte le estati andavamo in vacanza estiva in puglia, di cui i miei erano innamorati e pure io ancora la porto nel cuore. Al tempo possedevamo una “Aro” così si chiamava tipo, una jeep residuato bellico da deserto presa da amici che l’avevano usata più volte nel Sahara a far safari, con le panche al posto dei sedili dietro, non vi dico che catorcio, ma era bellissima, mio padre poi era fabbro e aveva rinforzato i paraurti, tanto che una volta prese stretta una curva in campagna, scivolò in un fosso e ne riemerse, non dopo aver spallato una recinzione intera di paletti cementati a terra con annessa rete.. ovviamente il paraurti nemmeno un graffio. Erano gli anni 80, tutto regolare al tempo.

 

I viaggi erano infiniti superavamo in discesa i tir che ci ricuperavano in salita suonando il clacson e per tutto il viaggio (13 ore circa) era così un salutarsi a ogni salita o discesa dell’autostrada a suon di grotteschi sorpassi. In Puglia ce ne son capitate tante, da una sorella che si insabbia e un gruppo di una decina di ragazzi pseudo culturisti sollevano questa jeep per spostarla (presumo tutti ora soffrano di ernia). All’anno in cui mio padre bevve acqua mista amuchina per sbaglio e al pronto soccorso “dov’è il paziente che s’è disinfettato lo stomaco?”.. o quando rischiammo, in piena notte di investire un “tronco” in mezzo alla Foresta Umbra, che si rivelò il culo di una vacca allo stato brado che muggendo ci osservò placida, come nulla fosse, aveva rischiato di finire macinato fresco (ricordate il famoso paraurti? Ecco immaginate cosa poteva fare a una mucca brada che perdeva tempo in mezzo alla strada, ma andò bene.) Insomma la Puglia ci ha regalato perle su perle di viaggi, ma il TOP lo raggiungemmo nel GARGANO.

 

Decidemmo di visitare le ISOLE TREMITI, prenotammo e la mattina andammo al punto di imbarco… un pontile scassato sulla spiaggia. Bene ma non benissimo e vediamo questa nave in lontananza che ovviamente, complice l’acqua bassa , non poteva attraccare, ma intervennero le barchette. Gusci di legno anteguerra, con motori che avevano visto tempi migliori, pilotati da signori che erano già alticci di mattina, questo avrà importanza verso la fine della storia, perché è lungi dal terminare. Tutto sommato il viaggio di andata fu tranquillo e arrivammo alle isole, visitammo la principale (non ricordo i nomi ero troppo piccola ed è passato tanto tempo) e prenotiamo un giro in motoscafo delle isole. Noi e altri, in tutto una decina di ignari turisti, saliamo e partiamo… da li iniziano le disavventure…

 

  1. Il mare inizia a essere mosso, ma figuriamoci se fermano il tour, mentre sopportavamo le onde sempre più alte, incrociamo un altro motoscafo, più grande, in rientro, le due imbarcazioni si accostano, i “capitani” parlottano poi come nonchalance.. Voi di qua voi di la. Si avete capito bene, in mezzo al mare, senza giubbotti di salvataggio che al tempo non erano obbligatori, giocammo ai pirati abbordando il motoscafo più grande e gli altri sul più piccolo, così si poteva finire il giro. Io ero una bambina mi divertii da matti, i miei credo persero dieci anni di vita.

 

  1. Al Rientro, con gli altri turisti andiamo al molo per l’imbarco e vediamo la nave arrivare e tentare l’attracco per almeno DIECI volte (dentro fuori, gira riprova, esci rientra riprova rigira), a livello che quando finalmente ce la fanno, dalla platea di turisti che prima scommettevano ridendo se era la volta buona, parte l’applauso, il capitano la prese malissimo, come l’equipaggio e ci caricarono stile bestiame “correre muoversi correre dentro muovetevi”, nemmeno controllarono chi imbarcavano buttavano su tutti quelli che volevano salire. Il Capitano era precario come equilibrio, aveva palesemente bevuto.

 

3.Le barchette. Ricordate? A terra ferma la nave non arrivava pertanto c’erano le barchette e se i tizi che le manovravano erano alticci la mattina, immaginate la sera al tramonto… Si immaginate bene sbronzi totali, si sentiva l’odore di alcol all’aria aperta, in mare. Caricano queste barchette col doppio delle persone all’andata, per far prima. Ci fu chi pregò, chi ringraziò qualche divinità quanto finalmente toccammo terra.

 

Dopo quell’anno non andammo più in puglia, spostando le ferie in zone altro trentine, vicino al confine con l’austria, lontanissimi dal mare. Ma Hey erano gli anni 80 un’altra epoca, ancora oggi rido su quelle che ai miei occhi erano avventure di bambina, ma comprendo appieno la scelta genitoriale di portare la prole e la loro pelle, in ferie altrove. Ricorderò sempre con amore Alberobello e i trulli, l’arco naturale del Gargano, la fiera del fischietto di Ostuni, la scalinata immensa di Santa Maria di Leuca, come non dimenticherò mai le disavventure, la Puglia mi è rimasta nel cuore, ma visitarla negli anni 80 era da temerari.

 

Comments are closed.