Archive for Maggio, 2014

Il Sacro Tortellino

Mag
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Noi Emiliani andiamo fieri di alcuni prodotti o ricette.. ma alcune sono talmente tanto radicate da richiedere vere e proprie confraternite! Senza contare che il tortellino ha una vera e propria pergamena ufficiale depositata per la ricetta.

Veniamo alla ricetta UFFICIALE depositata a cui poi si disperdono decine di varianti.

Tortellini alla Bolognese!
– Pasta all’Uovo gialla preparata con 3 Uova e 3 etti di farina
PER IL RIPIENO:
– 300gr. di Lombo di Maiale rosolato al Burro
– 300 gr. di prosciutto crudo
– 300 gr di vera Mortadella di Bologna
– 450 gr. di formaggio Parmiggiano Reggiano
– 3 uova
– Odore di Noce moscata

Tortellini alla Modenese!
– Pasta all’Uovo gialla preparata con 3 Uova e 3 etti di farina
PER IL RIPIENO:
– polpa di maiale:150 gr.
– polpa di vitello:150gr.
– salsiccia:  100 gr.
– prosciutto crudo:100 gr.
– uovo: 1
– parmigiano grattato:150 gr.
– pane grattugiato:1/2 cucchiaio
– burro: 30 gr.
– sale: q.b.
– noce moscata: q.b.

 

Se non foste felici sappiate che il Tortellino ha dato vita a una marea di altre paste ripiene che lo imitano ma mai eguagliano!

 


Agnolotti.Di forma prevalentemente quadrata, vengono preparati soprattutto in Piemonte (dove, a seconda delle zone, possono essere chiamati anche “agnellotti”). Il ripieno è per lo più di carni miste, variamente cucinate (brasato di manzo, petto di pollo arrosto, coniglio arrosto, salsiccia e altro) alle quali si aggiunge di solito una verdura (in genere spinaci, scarola o bietole), parmigiano, noce moscata, sale e pepe. Per la preparazione, stendete l’impasto in due sfoglie, su una di esse distribuite il ripieno a mucchietti ben distanziati (servendovi di 2 cucchiai o di una tasca da pasticciere), poi appoggiate sopra l’altra sfoglia, sigillando bene la pasta attorno al ripieno; tagliate gli agnolotti con una rotella e disponeteli su un piano infarinato.

 


Anolini:
A forma di piccola mezzaluna, sono tipici della zona di Parma e Piacenza e vengono preparati con stracotto di manzo (o di asina) o con arrosto di maiale, pangrattato, parmigiano, uova, noce moscata, sale e pepe e si servono, secondo tradizione, in brodo rigorosamente di manzo e cappone, o anche (soprattutto a Piacenza) asciutti con condimenti di diverso tipo. Per la preparazione, stendete la pasta sulla spianatoia e con un tagliapasta rotondo ritagliatela in tanti dischetti uguali dei diametro di 3-4 cm. Distribuite al centro di ciascun dischetto un poco di ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), quindi ripiegate ogni dischetto a metà, sigillando bene i bordi in modo da ottenere tante

 

cappelletti e cappellacci: Come indica il nome, si tratta di una pasta ripiena dalla forma particolare che richiama quella di un copricapo maschile dell’epoca medievale. Tipici dell’Emilia-Romagna e di origini antiche, i cappelletti si preparano con l’impasto di base previsto per la classica pasta all’uovo e si servono tradizionalmente in brodo di cappone o di gallina. Per prepararli, stendete la pasta sulla spianatoia e ritagliatela in tanti quadrati di circa 4 cm di lato. Su ciascuno di essi distribuite il ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), poi ripiegate ogni quadrato a metà in modo da ottenere tanti triangoli da premere lungo i bordi. A questo punto unite bene le due estremità, sovrapponendole leggermente e premetele per saldarle fra loro, sistemando man mano i cappelletti su un piano leggermente infarinato in modo da farli asciugare leggermente prima della cottura i cappellacci (i più noti sono quelli ferraresi ripieni di zucca) si preparano esattamente come dei grandi cappellett’i, ritagliando la sfoglia in quadrati di 7-8 cm di lato.

 


Caramelle:
Formato di pasta ripiena tipico dell’Emilia, ha in genere un ripieno realizzato con ricotta, uova, spinaci e parmigiano grattugiato Per prepararle, stendete la pasta e dividetela in strisce di 5 cm di larghezza, da ritagliare poi in rettangoli larghi 4 cm. Distribuite al centro dei rettangoli il ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), quindi chiudeteli dando loro la forma di caramelle spennellando i bordi con uovo sbattuto per farli aderire bene.

 


Casonseì:
Con questo termine si indicano due tipi di pasta ripiena, dalla forma particolare: una tipica della zona di Brescia, preparat con salsiccia, pane, uova e formaggio, e una propria della vai Camonica, farcita con patate, salsiccia, mortadella, bietole, uova , parmigiano, pangrattato. Con il termine di “casunziei”, inoltre, si confeziona nella zona di Cortina d’Ampezzo una pasta ripiena a base di barbabietole, ricotta, pangrattato e semi di papavero. Per prepararli, stendete la pasta e ritagliatela in tanti dischetti di 5 cm di diametro; distribuite al centro il ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), e ripiegatevi sopra i bordi pizzicandoli. Tirate quindi leggermente le estremità verso il basso, poi unitele sovrapponendole; ripiegate infine sopra le estremità alternandole in modo da formare altre due piegoline

 


Fagottini:
Per prepararli, stendete l’impasto e ritagliatevi tanti quadrati di 6-7 cm di lato (o tanti dischi di 8 cm di diametro). Mettete al centro di ogni quadrato, o di disco di pasta, un poco di ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere) e richiudeteli a fagottino, raccogliendo le punte dei quadrati, o i bordi dei dischi di pasta al centro e pizzicandoli con le dita in modo da sigillarli.

 

 

Mezzelune:Per prepararle, stendete la pasta sulla spianatoia in una sfoglia sottile e, con l’ausilio di un tagliapasta rotondo (a bordi lisci o scanalati) dei diametro di 7-8 cm, ritagliatevi tanti dischi di pasta. Al centro di ciascun disco mettete un poco di ripieno,@ (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), quindi ripiegatevi sopra i bordi ottenendo le mezzelune, premendo con le dita attorno al ripieno per sigillarle.

 

 


Ravioli :
Con questo termine si indica una pasta ripiena in generale, che può essere preparata con diverse fogge: quadrata o rettangolare come i tortelli e gli agnolotti, raccolta come i cappellacci, o anche  a mezzaluna e a triangolo, a piacere. In alcune regioni i ravioli sono ripieni di ricotta, con o senza verdura (a eccezione dei Trentino-Alto Adige, dove  il ripieno è a base di carne), mentre in Liguria (dove “raviolo’ è il nome della pasta ripiena per eccellenza) sono ripieni sia di carne, sia di magro.

 

 


Tortelli e tortelloni:  Come per i ravioli, anche il termine “tortelIo” indica genericamente alcuni tipi di pasta ripiena, di norma di forma quadrata o rettangolare. Generalmente di magro, con farcia di ricotta e spinaci o bietole, presentano comunque infinite varietà di ripieno. Si preparano come gli agnolotti, stendendo l’impasto in due sfoglie, distribuendo su una di esse il ripieno a mucchietti ben distanziati (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere) e appoggiandovi sopra l’altra sfoglia, sigillando bene la pasta attorno al ripieno; infine, si tagliano in quadrati o in rettangoli con una rotella, liscia o scanalata. I tortelioni si preparano con mucchietti di ripieno più grandi e ritagliando poi i tortelli in quadrati di dimensione maggiore.

 

 


Triangoli di pasta:
Per preparare i triangoli di pasta, stendete l’imPastO e ritagliatevi tanti quadrati di 6-7 ern di lato. Al centro di ogni quadrato mettete un po’ di ripieno, quindi ripiegatevi sopra i bordi ottenendo i triangoli, premendo con le dita attorno al ripieno per sigillarli.

 

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IL TORTELLINO: UN’INVENZIONE LEGGENDARIA

Storia e leggenda si conoscono da sempre, e si sono sempre frequentate. La Storia considera la leggenda come una vecchia nonna tanto dolce, ma un po’ via  di testa: i suoi racconti sono affascinanti, ma sono un fritto misto di ricordi individuali e collettivi, di vecchie letture, sogni e fantasie. Per la Leggenda, la Storia è troppo pragmatica: un po’ arida, così attaccata alle carte (i documenti) e ai numeri (le date):  una specie di  contabile.  La Leggenda canta, la Storia conta, ma entrambe raccontano. Ciascuna col proprio stile, ovviamente. Ed è proprio quello che succede a proposito dei tortellini. Per il rispetto dovuto all’età, sentiamo per prima la Leggenda.    Secondo A. Panzini, il Know-how del tortellino va ricercato – e ritrovato – sul fondo di un secchio. Per amor di verità, di una secchia, la più famosa della letteratura; La “Secchia rapita” cantata dal poeta modenese Alessandro Tassoni  nel 1624. La storia (qui intesa come trama dell’opera) narra, in termini burleschi e canzonatori, dell’eterna rivalità fra Modena e Bologna: due città troppo vicine, e troppo sanguigne, per non accapigliarsi ad ogni occasione. E con ogni pretesto, come la proprietà di una comunissima secchia tarlata, di quelle che si usano per tirar su l’acqua da un pozzo.  Per via della secchia trafugata dai modenesi scoppia una guerra eroicomica che dura ben dodici canti; vi prendono parte l’Olimpo al completo, re Enzo, e personaggi quali la guerriera Renoppia e il conte di Culagna.  Alla Secchia Rapita si sarebbe ispirato il poeta ottocentesco Giuseppe Ceri, che in un poemetto racconta della spedizione terrena di tre divinità dell’Olimpo: Bacco, Marte e Venere. I tre, venuti a dar man forte ai modenesi (ciascuno secondo le proprie competenze) in una delle tante guerre contro i bolognesi, si fermarono a dormire in una locanda di Castelfranco Emilia, al confine tra le province delle due città belle e belligeranti.    Il locandiere (poteva andare diversamente?) venne conquistato dalle meravigliose  fattezze di Venere,  e decise di riprodurne  l’ombelico – che era  riuscito a sbirciare – con la pasta sfoglia che stava preparando giù in cucina.  A questo punto la leggenda tace, soddisfatta. E salta su la petulante Storia: è tutto sbagliato. Tanto per cominciare, Tassoni  era modenese, e non avrebbe mai fissato a Castelfranco – avamposto dei Bolognesi – il luogo di nascita  del così aspramente conteso tortellino. A conferma di ciò,  nella “Secchia rapita”  – prosegue implacabile la Storia – dell’ombelico  di Venere   non c’è traccia né impronta: l’invenzione è dunque tutta farina (sic) del sacco di Ceri, che nei suoi versi dice testualmente:

“….e l’oste, che era guercio e bolognese,

imitando di Venere il bellico

e con capponi e starne e quel buon vino

l’arte di fare il tortellino apprese.”

La Storia non può comunque cantar vittoria. Far le pulci alla leggenda è una cosa: ma tirar fuori le carte che testimonino la nascita del tortellino, è tutta un’altra storia. Non meno nebulosa, in verità. Il Cervellati, storico degno di fede, segnala che nel secolo XII a Bologna si mangiavano i “tortellorum ad Natale”. Una festività, quella natalizia, molto vicina al  solstizio d’inverno (il 21 di dicembre). Da quelle parti, in quei giorni fa un freddo da accapponare la pelle. E quale alimento è più corroborante e calorico del brodo di cappone, tuttora il più fedele compagno del tortellino?

D’accordo; questa non è una prova, è una supposizione.  Ma tocca accontentarsi: prima del XII secolo non è stato trovato alcun riferimento al tortellino. Solo in seguito comincia a comparire qualcosa; in un libro di ricette trecentesche alcune fonti fanno riferimento a una ricetta dei “torteleti de enula”, un’erba presente in Emilia.  La ricetta è redatta in dialetto modenese, che conclude così: “…e poi faj i tortelli pizenini in fogli di pasta zalla”.  Il riferimento alla pasta sfoglia, gialla per la presenza delle uova, appare di evidenza solare: e “pizenini”, piccini sono questi “tortelli”, proprio come attualmente sono i tortellini. Siamo comunque ancora nel campo delle possibilità. E ci resteremo per tutto il 400. In compagnia di  Giovanni Boccaccio.

Nel terzo racconto dell’ottava giornata del Decamerone, Calandrino, Bruno e  Buffalmacco,  alla ricerca dell’elitropia, la pietra che fa diventare invisibili, finiscono nel Paese di Bengodi, dove “….stavan genti che niuna casa facevan che far maccheroni raviuoli e cuocergli in brodo di capponi.” Ma quali maccheroni raviuoli!, dicono gli emiliani. Dovevano essere certamente dei tortellini: chi sprecherebbe così del delizioso (e sostanzioso) brodo di cappone? Per uscire dal territorio del forse, ed entrare in  quello del probabile, dobbiamo arrivare al 1500, cifra tonda.  Nel diario del Senato di Bologna quell’anno si riporta che  a  16 Tribuni della Plebe riuniti a pranzo fu  servita (tra l’altro) una “minestra de torteleti.”: una ricetta che è probabilmente quella degli odierni tortellini. Pochi anni dopo, nel 1570, un Cuoco bolognese (forse Bartolomeo Scappi, cuoco di Pio V) fece stampare un migliaio di ricette tra cui c’era pure quella dei tortellini. Da questo momento si viaggia più spediti. Nel 1664 Vincenzo Tanara, nel citatissimo (a ragione) “L’economia del cittadino in Villa”, descrive i “tortellini cotti nel burro.”

Nel 1842 il francese Valery, viaggiatore e bibliografo, segnala un “ripieno di sego di bue macinato, tuorli d’uovo e parmigiano”, che altri non è se non il trisavolo  del tortellino attuale.  Il tortellino era insomma nato, e stava benissimo. Ma non viveva mai abbastanza a lungo da farsi conoscere: per le caratteristiche della pasta  e del ripieno, in capo a pochi giorni, se non veniva mangiato, era infatti da buttare. Per la consacrazione dei tortellini bisognava trovare il sistema per  conservarli. Vi riuscirono i fratelli Bartagni, che nel 1906 riuscirono a portarli  fino in California,  alla Fiera di Los Angeles, dove furono molto apprezzati. Segno che si erano mantenuti bene. Da allora il tortellino si è affermato, e non si è fermato più.

 

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L’ARTE NOBILE DEL TORTELLINO

Si fa presto a dire tortellini. E pure a mangiarli. Purchè ci sia qualcuno che li prepari. E lo sappia fare come si deve.  Perché va detto, senza  far torto a  nessuno ( nemmeno un tortellino piccolo così ) che  non tutti sono all’altezza. Chi prepara i tortellini? E con quali ingredienti? La risposta alla prima domanda viene dal passato. Un tempo chi faceva i tortellini li faceva a domicilio dei clienti. Almeno nelle grandi occasioni, come i matrimoni, in cui la cosa più importante, per chi invita e per chi viene invitato, è come si mangia. In Emilia, la patria del tortellino (sulla Regione non ci sono dubbi: sulla città è ancora in corso una plurisecolare vertenza tre Bologna e Modena),  la fattrice, la generatrice di tortellini era lei: la “rezdora”. Parola in dialetto emiliano che vuol dire “reggitrice”. Nelle campagne, la rezdora era la donna che mandava avanti la casa, cucina compresa. Quando alle capacità organizzative univa l’abilità culinaria, la rezdora veniva “prenotata” per banchetti  e matrimoni. A cose fatte, stanca ma felice per il successo riportato, veniva ricondotta a casa sua, e portava ai familiari, oltre al compenso ricevuto, pure  una bella quantità di “avanzi” di prima scelta. Tutto strameritato, e spesso frutto del lavoro di più giorni, non solo quello della festa. La rezdora veniva infatti prelevata con anticipo, perché potesse rendersi conto sul posto di ciò che le serviva. Per fare cosa? Tutto; ma sopratutto i tortellini.   Del tortellino la rezdora sa ogni cosa. Per esempio, sa che va lasciato cuocere nel suo brodo. Un atteggiamento tutt’altro che fatalista, visto che “suo” non si riferisce al tortellino ma alla rezdora. Al brodo che ha preparato lei. Per il tortellino, il brodo di cappone è la morte sua (e quella del cappone, evidentemente). Il cappone è un gallettino nato tra aprile e maggio, e castrato ad agosto,  quando pesa circa un chilo e mezzo. A Natale ha raggiunto il peso giusto, tra i quattro e i sei chili.  Se il cappone non c’è, la gallina (possibilmente vecchia), il pollo o il galletto possono prendere il suo posto in modo onorevole.

Come si fa un buon brodo si sa. Oltre alla carne (la parte grassa e la parte magra devono essere entrambe rappresentate) occorrono le erbe aromatiche: costa di sedano, cipolla, carote e prezzemolo. Chi ne ha voglia ci può aggiungere un pomodoro o una patata. L’acqua è fondamentale (un litro per ogni 100 grammi di carne) e  va aggiunta di tanto in tanto per compensare l’evaporazione (e non per allungare il brodo). Elemento imprescindibile per la buona riuscita del brodo è il tempo. Perché sia degno di tal nome, e dei tortellini che vi andranno a morire, il brodo deve stare sul fuoco quattro ore, o giù di lì. La rezdora non ha bisogno di star lì altrettanto: deve però tenerlo d’occhio. L’occhio del padrone ingrassa il cavallo, quello della padrona (la reggitrice)  sgrassa il brodo: di tanto intanto deve infatti eliminare gli “occhi” di grasso, insieme alla schiuma che si va formando  in superficie. Per potersi dichiarare sgrassato, il brodo non passa soltanto per la privazione degli occhi: dovrà anche  passare per un colino fitto, o per un panno  umido ben strizzato. Perché un’ebollizione così lenta, e quindi lunga? Per consentire alla carne di cedere le proprie sostanze al brodo un po’ per volta. Mentre il brodo s’insaporisce la rezdora non se ne sta con le mani in mano: è una che tiene le mani in pasta (è per questo che la chiamano). La pasta del tortellino.

Diciamolo subito: il tortellino non è altro che una pasta ripiena. Di cosa, lo vedremo poi. Siccome non esiste contenuto senza contenitore,  occupiamoci prima di lui, o meglio di lei: la pasta. Andando a ritroso, pasta vuol dire grano.  E grano duro, che  tiene l’ebollizione, e non si sfalda. Al mulino il grano viene ridotto in farina. Di farina ce n’è molte qualità, e la pasta sfoglia è figlia di almeno tre-quattro di esse, selezionate e miscelate fra loro, per assicurare il giusto mix di cottura e sapore. Dopo la farina,  uova, sale, ed olio. D’oliva, e di gomito: è  il momento di impastare insieme tutti questi elementi.  Dal vigoroso e sapiente  impasto verrà  fuori la pasta del tortellino. La pasta dev’essere morbida. Quanto? Q.b. Quanto basta. Queste due consonanti, odiate da chi non sa cucinare, e inutili per chi lo sa fare, vogliono dire non troppo morbida (altrimenti si attacca alle dita), ma  nemmeno troppo poco, se no si spezza sotto le mani. All’eccessiva mollezza si ovvia aggiungendo della farina, alla secchezza si pone rimedio con un po’ d’acqua (in che dosi? q.b.)

A pasta ben amalgamata e gommosa,  fa la sua comparsa nelle mani della fattrice il matterello. E’ il momento della verità. Non è più possibile tirarla per le lunghe, bisogna tirare la sfoglia. Un ‘impresa delicatissima e non priva di rischi. Una volta tirata a regola d’arte, la “pastella” è di un bel giallo sole: e come il sole è grande  e rotonda. Se ne sta lì splendente, distesa sulla tavola. Ancora non sa che sta per essere straziata e sminuzzata, allo scopo di rendere possibile il raggiungimento dello Scopo Ultimo: il tortellino. Il coltello è già entrato in azione. Prima alcuni  tagli paralleli riducono la pasta in strisce, poi dei tagli perpendicolari a questi danno vita a tanti quadratini di circa 2 cm. di lato. Da quest’operazione di  chirurgia alimentare sono infine nati i tortellini. O quantomeno il loro involucro.  Stretta (sottile) è la sfoglia, larga è la via che conduce al tortellino: quasi un’autostrada. La favola  del tortellino è piena di passaggi obbligati, si potrebbe dire che ne  è ripiena. Il ripieno è costituito da carne tritata, cruda e/o cotta: brasato di manzo, salsiccia, prosciutto, arrosto di maiale o di vitello, pollo cappone, mortadella, pancetta. Ma c’è spazio per tutto: bietole, cannella, patate e finanche pesce. Il ripieno è a sua volta pieno di formaggio. Per fare un buon tortellino, (oltre al grano, di cui s’è detto) ci vogliono infatti  sia la grana che il grana. Meglio se parmigiano.

La grana una volta occorreva per  la rezdora, ed ora serve per acquistarlo dove si riesce a trovarlo buono. Per un buon  tortellino il parmigiano è essenziale. E’ lui il formaggio più adatto ad entrarvi. Guarda caso, si fa in Emilia-Romagna. E non deve assolutamente essere fresco, bensì stagionato: dai 12-18 mesi fini ai 4 anni. Basta così: ormai tutto è pronto per il matrimonio fra la pasta e il ripieno. Sono fatti l’uno per l’altra, perciò sembra tutto facile. Ma provateci un po’ voi. Per scoprire quant’è complicato farli stare insieme occorre essercisi  passati. Amalgamare la pasta con il ripieno è infatti  un’arte consumata; quasi un’alchimia.  Per dar vita al Tortellino si deve prendere un pizzico (non di più, ma  neppure di meno) di ripieno, sistemarlo sul quadratino di pasta, e poi chiudere la sfoglia sul ripieno. Con una sapiente pressione nei punti giusti.

Infine, la cottura. I tortellini vanno cotti con delicatezza, facendoli cadere lentamente, perché non  si incollino. Il tempo di cottura è breve, ma il piacere che si prova nel gustare i tortellini è lungo. E si prolunga nel ricordo.

 

Fonte
http://www.tortellini.it/

Il Pentacolo – Sfatiamo qualche mito errato.

Mag
3

Arriva anche il momento dove uno si STUFA di venir guardato male perché porta un pentacolo al collo. Pentacolo che viene mal associato (Grazie chiesa cristiana) e quindi mal visto. Mettiamo un po’ di puntini sulle i, riguardo l’origine del simbolo e ciò che rappresenta. Il tutto legato alla Religione Pagana o antica Religione o come volete chiamarla, precedente di molto al Cristianesimo, che ultimamente sta tornando in voga (mhà) e che era tutto tranne che negativa.

Tutti i fenomeni come:
Wikka
Sciamani
Spiritisti
Celti
Hanno come ramo comune il Paganesimo, antiche religioni con feste e usanze comuni, nate dal ceppo paganesimo e poi cresciute. Tutte sorelle e tutte con fini pessime, come i roghi e l’inquisizione mediale. Non che la tolleranza oggi sia migliorata, che quando a cavallo di HALLOWEEN, il 31 ottobre è festa per i pagani, ti leggi sul giornale lo spergiuro del vescovo che abolisce queste religioni, di non festeggiare halloween perché fuorviamo i giovani…

Ma beata ignoranza, ci tenete proprio a rincitrullire le nuove generazioni.
E non è colpa della religione in per sé, che esista uno due cento dei non importa, che esista uno o mille credo, ognuno è libero. Mentre sono preoccupanti le ristrette vedute di chi dovrebbe guidare La dove si professa la solidarietà e aiuto, non ci pensano però due volte ad allestire un rogo, stavolta mediatico, su chi è diverso come credo.

E pensare che c’è tanto posto a questo mondo per tutti e per la tolleranza.
Povera tolleranza ormai in estinzione.

Torniamo al nostro caro Pentacolo.

 

“E’ un antico simbolo, sicuramente uno dei più antichi al mondo. Era già presente 4000 anni prima di Cristo. Simbolo religioso pagano che oggigiorno viene associato alle sette sataniche e quindi al diavolo. Il termine“pagano”, deriva dal latino paganus cioè “abitante della campagna”. Il suo significato non ha nulla a che fare con stregoni e demoni. I pagani erano gli abitanti delle campagne e quindi i contadini ignoranti i quali praticavano il culto delle religioni rurali ovvero il culto della grande Madre Gea quindi Madre Natura o Madre Terra. Mi sembra abbastanza scontato sottolineare che tutto ciò si opponeva nettamente alla dottrina cattolica.

Il famoso pentacolo con la stella a cinque punte ( o pentacolo di venere) è un simbolo precristiano legato al culto della natura. Anticamente vi era la convinzione che il mondo fosse diviso in due parti: quella maschile e quella femminile. Gli Dei e le Dee che popolavano questi due mondi avevano il compito di mantenere l’equilibrio tra yin e yang. Se tra il principio maschile e femminile vi era un equilibrio allora nel mondo regnava l’armonia, in caso contrario regnava il caos.

Detto questo è doveroso sottolineare che il pentacolo simboleggia Venere cioè la dea della bellezza femminile e dell’amore sessuale.

Probabilmente alcuni non sapranno che l’origine grafica del pentacolo è strettamente legata al pianeta Venere in quanto ogni otto anni sulla sua eclittica traccia un pentacolo perfetto. Innanzi a questo meraviglioso fenomeno le popolazioni antiche  rimasero stupefatte ed è proprio per questo che Venere e il suo pentacolo divennero i simboli della perfezione, della bellezza e degli aspetti ciclici dell’amore sessuale.

Come abbiamo già accennato prima , oggi vediamo che questo simbolo viene associato al demonio grazie alla Chiesa.

La Chiesa Cattolica romana dei primi secoli fece in modo che il significato di questo simbolo venisse alterato in quanto era suo intento far convertire le masse al Cristianesimo e quindi debellare  del tutto la religione pagana. Per raggiungere il suo scopo la Chiesa lanciò una campagna denigratoria  contro gli Dei e le Dee pagani e definì come diabolici i loro simboli.

Durante questa lotta tra religione Cristiana e religione Pagana purtroppo quest’ultima perse alcuni dei suoi simboli tra cui: < il tridente del contadino > che divenne il forcone del diavolo; <  il cappello dell’erborista > che divenne il cappello della strega  e infine < il pentacolo o stella a cinque punte> che divenne il simbolo del diavolo.”

 

Tarocchi Marsigliesi

Mag
3

I TAROCCHI

Tarocchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

0. Il Matto – Corrispondenza astrologica: ORSA MINORE – Giocare su tutte le ruote STA O AD INIZIO MAZZO O FINE

0mattoDi solito un giullare malmesso inseguito da un cane che lo morde. Lui procede noncurante del disturbo e del dolore del morso. È l’uomo che ha attraversato il “mondo” e conosciuto ogni seme e ogni via. In tutti i tipi di consulto e meditazione simboleggia un evento determinante e inatteso. In positivo è la forza della vita che raccoglie tutto il cammino fatto e ci proietta ad un nuovo inizio( tornare Maghi ad un altro livello di consapevolezza). In negativo è la follia, intesa come “alienarsi dalla realta’ e restare confinati nel proprio, piccolo mondo”. Stupendo spunto di riflessione il suo abbinamento con l’Arcano 21. Non possiede un numero identificativo in quanto rappresenta l’annullamento dell’individuo dal punto di vista intellettivo. Può però rappresentare anche una saggezza, chiave e scrigno di tutte le cose, in apparenza superficiale e stravagante, ma profonda. Il Matto è l’essere irresponsabile, incosciente e passivo, che sembra trascinarsi attraverso l’esistenza assecondando impulsi razionali. L’abito variopinto, dove compaiono, oltre al verde, i tre colori fondamentali, rosso, blu e giallo, corredato dal berretto a sonagli, tipico copricapo dei buffoni di corte, vuole indicare le molteplici e incoerenti influenze che lo sospingono qua e là, con il fagottello penzoloni sulle spalle, pieno dei suoi inconsistenti tesori. Il Matto ci fa comprendere quanto buon senso sia necessario per non uscire dal campo della ragione, da cui troppo facilmente si sconfina ogni volta che si tenta di abbordare ciò che è troppo grande: l’infinito. Un animale selvatico, emblema della lucidità e del rimorso, lo addenta, spingendolo, anziché trattenerlo, verso l’ineluttabile. Ma in questa noncuranza del pericolo, del dolore, in questa ricerca dell’infinito, è racchiusa la grande lezione del Matto, che ha rinunciato alla materia e all’ambizione in vista di un’evoluzione esclusivamente interiore. Si tratta infatti dello stesso uomo che ha aperto il ciclo degli arcani maggiori, il Bagatto, che attraverso i successivi passaggi lungo la via iniziatica, ha conseguito la vera saggezza. Quella del filosofo, del diverso che ha finalmente trovato il coraggio di andare controcorrente, muovendosi all’interno di se stesso, lungo le strade del cuore. Significato della carta: al diritto: Il Matto diritto fa spesso riferimento ad una libera scelta, alla rimozione di un vincolo indesiderato, a qualcosa o qualcuno che sta per arrivare. Una lettera, una telefonata, un ospite, un evento inatteso. Oppure una parentesi di riposo: la pausA necessaria che intercorre tra il progetto e il compimento. Il Matto indica la rottura di precedenti schemi mentali. La consapevolezza estrema e la libertà al di sopra di tutto, la lucidità mentale ed emotiva, la capacità di andare al di là delle norme con coscienza, le capacità evolutive, lo spirito libero ed autonomo. Il Matto indica la liberazione da situazioni compressive e castranti, l’ampliamento dei propri spazi mentali, l’indipendenza, l’innocenza, l’intuito. Il rispetto di sé e degli altri, l’amore verso la vita e la gioia di viverla. L’originalità e la creatività, il fuoco interiore le intuizioni illuminanti. Annulla i cattivi presagi delle carte vicine. al rovescio: Occhio alle fissazioni, alle manie, alle ossessioni, agli atteggiamenti eccentrici, all’ esibizionismo, ai colpi di testa, all’imprudenza causa di irreparabili errori. I suoi problemi non potranno essere risolti senza un aiuto esterno, soprattutto se si ostina a proseguire nella direzione errata, andando sempre più ad affondare in una situazione senza via d’uscita. Attenzione in particolare alle calunnie, alle menzogne, alle false testimonianze, agli inganni, così come a invidie, vendette, odi, furti e cattivi incontri. Arcano violento ed aggressivo può segnalare il rischio di scontri armati, rivolte, guerre, spionaggio, stregoneria, magia nera. Accompagna progetti sterili o insoddisfacenti, desiderio di libertà represso. E’ sinonimo di grossi condizionamenti dall’esterno, di persone che non sono autonome nella gestione della propria vita essendo caratteristica di passività esasperata. Inconcludenza, vagabondaggio mentale. Significa stupidità, carenze intellettuali, mancanza di consapevolezza, eccesso di protagonismo, istrionismo, mitomania, personalità complessa e contorta che esaspera l’antagonismo con l’esterno. Autoemarginazione narcisistica….pazzia pericolosa.

In Affari: delusioni – sconfitte – insoddisfazioni per irresponsabilità – irrequietezza sfavorevole – scarsa diplomazia

Per la Salute: turbe psichiche – cambiamenti di umore frequenti – esaurimento nervoso – handicap mentali – pazzia – schizofrenia

 

 

AbagattoI. Il Mago o Bagatto – Corrispondenza astrologica TORO – indica la ruota di BARI Colui che possiede i mezzi, ma deve fare molta attenzione a come li usa. È anche un artigiano. Il Mago domina il destino. Sul tavolo la coppa con il nettare degli dei (l’ambrosia), le monete della ricchezza, la spada per difendersi. Indossa il cappello a forma di 8 orizzontale, simbolo di eternità. Sul tavolo sono rappresentati i 4 elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Significato della carta: In positivo: – Immaginazione – intelligenza – creatività – buona volontà – astuzia – vivacità percettiva – abilità di parola – disinvoltura – intuizioni azzeccate – autonomia e senso di indipendenza prevalenti – acutezza di spirito – mentalità aperta al di là di qualsiasi pregiudizio

al rovescio: assenza di scrupoli – menzogna – azioni disoneste – inganno – arrivismo

In Affari: brillanti realizzazioni – ottima intrapresa di azione – attività proficua – scelta oculata – possibilità di carriera – rapporti buoni con i colleghi – nuova attività

Per la Salute:

al diritto: ottima salute – splendida forma – prestanza fisica – vivacità fiducia in sè stessi

al rovescio: salute scarsa – persona non in forma – a volte problemi polmonari o apparato respiratorio – malattie improvvise – ictus – emorragie – problemi neurovegetativi – sistema nervoso

 

 

BpapessaII. La Papessa – corrispondenza astrologica CASSIOPEA – indica la ruota di CAGLIARI Colei che sa, ma svela solo in parte il suo sapere. Siede su un trono tra due colonne (la vita e la morte, il bene e il male) identificate anche come le colonne Jakim e Boas del Tempio di Salomone. Tiene tra le mani una pergamena arrotolata, o un libro aperto, ma solo in parte si riesce a leggere in contenuto. Lei non legge, ma guarda dritto con sguardo fiero, non ha bisogno di leggere perché ha già la conoscenza, e questo le dà modo di tenere alta la testa e fiero lo sguardo verso il futuro. Ai piedi una falce di Luna, simbolo femminile e simbolo religioso (la Madonna) la Papessa rappresenta anche la Grande Madre e la dea Iside, quindi la chiaroveggenza, l’intuizione e la percezione dei mondi sottili. Questa carta probabilmente deriva dalla leggenda della Papessa Giovanna. Significato della carta: In positivo: – sapienza mistica – severità – saggezza – moderazione – pacatezza – dolcezza – conoscenza profonda – cultura – alto senso del dovere – fecondità – disponibilità – opere misericordiose – bontà d’animo – generosità – umiltà – visione obiettiva delle cose – capacità di decisioni ponderate – riservatezza – impegno – intuizioni medianiche – equilibrio interiore – saldezza di spirito – unione felice.

in negativo: – intuizioni errate – scelte azzardate – passività – inibizioni – costrizioni – immoralità nascosta – ipocrisia – bigottismo – ottusità – eccessivo tradizionalismo

In affari: – prestigio – chiarezza – denaro

Per la Salute:

al diritto: – forze insospettate dell’inconscio – persona amica che assiste

al rovescio: – tendenza allo sconforto – malattie da raffreddamento – obesità – malattie dell’udito – problemi di digestione o di fegato

 

CimperatriceIII. L’Imperatrice – Corrispondenza astrologica VERGINE – Pianeta: SOLE se legata ad una ruota fa riferimento ad i numeri su di essa Il grande potere femminile. La posizione di comando. Il possesso dello scettro. Madre natura. Simbolo di Venere. Siede, illuminata da 9 astri (numero che indica il periodo di gestazione umana) con in capo una corona, e indossa una veste e un mantello simili a quelli della Papessa, ma più luminosi, più chiari. Nella mano sinistra stringe, in segno di comando, uno scettro. Nella mano destra, invece, uno stemma raffigurante un mostro alato, cioè l’anima che, sublimata, raggiunge le alte vette della spiritualità ideale. Poggia un piede sulla luna rovesciata delle idee superiori. Questa figura femminile, decisa, ferma, ci richiama alla memoria sia l’antico mito di Venere sia l’immagine della Vergine cristiana. Essa domina il mondo dei cieli, quello della conoscenza finalmente umanizzata dopo il primo traumatico incontro con la Papessa: Infatti la somma sacerdotessa del Sapere incuteva devoto timore, invece la Regina dallo sguardo intelligente e vivo, ci dà la facoltà di discernere ed illuminare razionalmente le nostre conoscenze. Astrologicamente parlando, corrisponde alla 3a Casa dello Zodiaco, inducendo così alla socievolezza e ad una maggiore comunicazione.

Significato della carta: al diritto:- intelligenza analitica – capacità di riflessione – massima idealità – sapere razionale e sensibile – ottima concentrazione – doti intuitive – capacità di osservazione – istruzione – cultura – grazia – dolcezza – umanità – fedeltà – abbondanza di virtù propriamente femminili – fascino irresistibile – bellezza – importanza – ricchezza – lusso – riuscita di un’impresa – volontà

al rovescio: – vanità – affettazione – superbia – frivolezza – bugie

In affari: – lealtà – onestà – posizione di rilievo

Per la Salute:

al diritto: gravidanza – organismo che reagisce bene – superamento di fasi critiche

al rovescio: sterilità – gravidanza interrotta – sedentarietà – mancanza di forza per superare la malattia – indica anche spina dorsale e reni

Può raffigurare per la consultante SE’ STESSA e al meglio. Per un uomo: la donna del cuore, che ama o amerà

 

DimperatoreIV. L’Imperatore – Corrispondenza astrologica ERCOLE – Pianeta: congiuzione SATURNO-MARTE – indica la ruota di GENOVA

Colui che regna e governa con saggezza. In mano tiene la chiave di Ankh. La chiave che apre la porta tra i due regni, quello dei vivi e quello dei morti. La chiave del sapere. Siede su un trono. Rappresenta il potere attivo. Al contrario della carta dell’Imperatrice, questa è la carta del dominio attivo. Il sovrano raffigurato è il signore del corpo e non degli spiriti. Egli conduce le idee a compimento e ad una realizzazione concreta. Guida l’anima verso un giusto ricongiungimento con la materia ed i suoi elementi. La sua energia è solida, invincibile, decisa. Nella mano sinistra regge uno scettro caratterizzato da una mezza luna e più in alto da un giglio stilizzato. Il suo trono è di forma cubica, quindi niente e nessuno può rovesciarlo o cambiarne la forma. Questo vuole indicare che il dominio effettivo non va ottenuto con la forza, ma con la bontà d’animo, con generosità e benevolenza. Le gambe sono simbolicamente intrecciate come gli eventi dell’esistenza. Sul capo porta una possente corona come quella di un potere propriamente terreno. Astrologicamente corrisponde alla 4a Casa zodiacale, cioè alla Casa dell’influenza familiare, in particolare paterna. Significato della carta: In positivo: – dominio intelligente di eventi e di passioni – senso di equità – grandezza – onori – energia – potenza – volontà determinante – tenacia – fermezza di propositi – forza di carattere – positività – fascino virile – fedeltà – ardore e azione – successo in qualsiasi tentata conquista

In negativo: – atteggiamento tronfio – calcolo – crudeltà – testardaggine – prepotenza – arroganza – tracotanza – superbia – brutalità – durezza di temperamento

In affari: – guadagno grazie all’impegno

Per la salute:

al diritto: – benessere psicofisico – forza fisica – doti o difetti ereditari – medico o chirurgo

al rovescio: – cura non idonea – crollo di energie – traumi cranici

Può raffigurare per il Consultante: sé stesso. Per una donna: l’uomo del cuore. Oppure, in casi più rari, potrebbe essere un protettore o un avversario potente.

 

EpapaV. Il Papa – Corrispondenza astrologica ARIETE – Pianeta: Giove – indica la ruota di MILANO Tiene tra le mani la triplice croce, la croce di Malta, la croce dei 3 mondi. La croce di Malta ha 8 punte e sono dipinte sul dorso dei guanti che il Papa indossa. Simbolo le mani che non accettano doni. Sta seduto tra i due pilastri della vita e della morte come la Papessa. Simbolo della fede religiosa e del potere religioso. Il Papa siede, come la Papessa, fra due colonne. Indossa un mantello color porpora come tutte le somme dignità religiose. Stringe nella mano sinistra un lungo scettro, sormontato da una croce a sette punte, ciascuna con un simbolo dell’alchimia. Con l’altra mano benedice due fedeli uno dei quali è a braccia aperte, teso a ricevere il mistero della fede, l’altro ha la testa china in atteggiamento di sottomissione, di ricezione passiva del Credo, del Verbo. Il Pontefice sta in mezzo, ad agire da mediatore fra il trascendente e il terreno, fra la curiosità e la sottomissione indiscussa dell’uomo. In capo ha una duplice corona: la sua espressione è bonaria, pacifica, molto serena. E’ come un padre: lo si potrà discutere, ma costituirà sempre un punto fermo. Le sue mani indossano guanti bianchi perchè non possa mai essere contaminato dal potere temporale. E’ una salvaguardia dalla corruzione terrena, dai vizi capitali, che attentano all’individuale sovranità di spirito di ciascun uomo. Insieme all’Arcano de LE STELLE, corrisponde alla 5a Casa Astrologica, quella delle inclinazioni amorose (sentimentali e sessuali) e della creatività. Significato della carta: In positivo – virtù – idealità – benevolenza – spiritualità – dolcezza – bontà – riflessione- saggezza – sapienza – forza della moderazione – modestia – conoscenza del mistero – padronanza di sè – libertà dei sensi – religione – fede nella natura – discrezione -amore disinteressato.

In negativo – simulazione – fini poco raccomandabili – atteggiamento conservatore – ottuso – passivo – chiusura mentale – pigrizia – intolleranza – meschinità – totale intransigenza – eccessiva dipendenza da pregiudizi

In affari: – sono necessarie delle innovazioni

Per la salute:

al diritto – accettazione del proprio stato – invecchiare serenamente

al rovescio – non accettare il proprio stato – paura del futuro – senilità precoce – malattie di fegato – problemi respiratori – otite – tiroide

Può raffigurare un uomo saggio, di una certa età. leale e fidato. Un amico sincero ed affezionato, un padre, un sacerdote o una qualsiasi guida spirituale

 

FinnamoratoVI. L’Innamorato (Amanti) – Corrispondenza astrologica SAGITTARIO – Pianeta: Stella d’Isthar o Venere – indica la ruota di NAPOLI L’uomo innamorato si trova a dover scegliere, è nell’incertezza. Il desiderio d’amore. La posizione dei due innamorati in alcuni tipi di tarocchi è di unione nella parte inferiore del corpo e distaccato dal busto in sù, ricordando una “y” si suggerisce quindi la lettura della carta come rappresentazione di un bivio, di una scelta a livello amoroso. Significato della carta: In positivo – amore intenso e ricambiato – affetto puro e profondo – rapporto sentimentale riuscito sia nell’aspetto fisico che spirituale – stato di innamoramento crescente – coinvolgimento – effusioni amorose – tenerezze – grande felicità – gioia per unione ideale – romanticismo – forti emozioni – bellezza spirituale – moralità – visione della vita illuminata dal cuore

In negativo – prove – dubbi – esitazioni – insicurezza – eccessivo sentimentalismo – promesse non mantenute – egoismo – tempeste del cuore

In affari – mancano momenti di stasi nel lavoro – possibile decisione difficile

Per la salute

al diritto- pericolo di ammalarsi o di avere incidenti

al rovescio – se riguarda una malattia, questa si trova ad uno stato cruciale Può raffigurare un desiderio irrealizzato, se intorno ha carte negative

 

GcarroVII. Il Carro – Corrispondenza astrologica ORSA MAGGIORE – Pianeta: Marte – indica la ruota di PALERMO

Di solito raffigurato come una biga ( a volte alata) con l’auriga dal capo coronato e con due cavalli, uno bianco e uno nero. E’ simbolo di vittoria o addirittura di vendetta. E’ il Mago che si trova a confronto con la consapevolezza di poter decidere del proprio destino. I cavalli rappresentano nei loro opposti colori la capacita’ di “guidare” il corso degli eventi in una data situazione. Il Carro trasporta l’uomo verso il proprio destino di sogni. Fondamentalmente rappresenta il moto perpetuo come eterno progresso vitale. Tutto ciò che la mente umana persegue sinceramente e con spirito di sacrificio e coraggio, avrà buon esito, andrà lontano. Il giovane principe che conduce è protetto dalle bramosie devianti di una corazza d’oro. Impugna uno scettro alla cui sommità si trovano tre uova metalliche di colore rosso, simboli dell’energia della sua anima. La sua testa è cinta da un cerchio dorato con tre astri, ciascuno dei quali gli indica una via del cammino: quella centrale la strada maestra, quelli laterali gli estremismi e le esagerazioni, sempre sbagliate. Anche questa figura umana è giovane, lo spirito che guarda avanti andrà avanti. Il carro non è a contatto con la terra benché la tocchi con le ruote, né con quella aerea, celeste, spirituale, compresa nelle sete del baldacchino. Infatti da esse risplendono 19 stelle ed il sole, rappresentanti l’universo astrale. Significato della carta: In positivo – successo – vittoria – progresso notevole in ogni campo – evoluzione – padronanza assoluta di sè – intelligenza vincente – soluzione di problemi. Nelle contese: discrezione – lealtà – diplomazia – riuscita piena – capacità di ottenere il meglio anche dal peggio – possibili viaggi – spostamenti

In negativo -impotenza – mancanza di doti e di tatto – azioni mal intraprese e mal riuscite – cattivo dominio delle proprie responsabilità – viaggio rimandato

In affari: – avanzamento di carriera – promozione – aumento delle entrate – onori – cariche importanti – unione di forze. Per gli artisti: talento riconosciuto

Per la salute:

al diritto – guarigione dopo lunga malattia – equilibrio ritrovato – splendida forma

al rovescio – mancanza di equilibrio – malattia a decorso cronico – malattie alle anche, femore, fegato e pancreas

Può raffigurare un capo, una persona a cui si è subordinati, una situazione dominante e trascinante.

 

HgiustiziaVIII. La Giustizia – Corrispondenza astrologica BILANCIA – Pianeta: Luna – indica la ruota di ROMA

La giustizia è l’imperatrice che ha lasciato lo scettro e lo scudo per un gladio e una bilancia, in lei coabitano il bene e il male, entrambi parte integrante dell’ equilibrio universale. La giustizia trova un equilibrio perfetto grazie ad un travaglio interiore simboleggiato dalla bilancia. Per mantenere questo equilibrio bisogna mettere ogni cosa al suo posto e dargli il loro vero valore. La giustizia possiede un alto livello di conoscenza. Questa carta di equilibrio simboleggia armonia, rettitudine, onore, stabilità e rigore. Il disegno comprende una donna di mezza età (perchè l’equilibrio è maturità), seduta su un trono ed incoronata. Nella mano destra tiene una spada scintillante, in quella sinistra una bilancia. La spada può infliggere punizioni fatali a chi abbia commesso danno alla legge naturale, la bilancia – invece – soppesa desideri ed azioni, felicità e dolore, dare ed avere. E’ lei a ristabilire gli equilibri perduti. Il trono, tra due colonne, simili a quelle del tempio della Sapienza, è fisso e stabile, per indicare la fermezza intrinseca alla legge suprema dell’universo. L’anarchia ne diverrebbe, infatti, la negazione. Come un’Imperatrice porta sul capo una corona col simbolo solare: infatti il Sole è al centro del proprio sistema, ordinatore di vita. Inoltre possiede, come l’Imperatrice, ali che le possano dare il prezioso dono dell’ubiquità. Ciò per rappresentare come non sia possibile sfuggire al proprio destino. Significato della carta: In positivo – imparzialità di giudizio – armonia del tutto – ordine – organizzazione – onestà – regolarità – legge – disciplina – regole – precisione nelle azioni – equilibrio fisico e psichico – superamento delle tentazioni – vittoria in una causa – stabilità di legami – impegno sociale valido – comportamento leale – emozioni ben calibrate – razionalità e sentimenti non offuscati.

In negativo – ingiustizia – contrattempi – ostacoli imprevisti – mancanza di armonia – punizione del Caso – Vendette e rivendicazioni

In affari: – se si agisce con oculata onestà, se ne avranno soddisfazioni, altrimenti….. possibilità di aiuti concreti, di buoni consigli da persone obiettive

Per la salute:

al diritto – ottima salute duratura – piena efficienza psicofisica

al rovescio – scompensi equilibrio fisico, turbe e disturbi non gravi

Può raffigurare un processo, un giudice, un avvocato, un uomo politico. La forza dell’ordine, un amministratore, un commercialista.

 

IeremitaIX. L’Eremita – Corrispondenza astrologica L’uomo che miete (S.Giuseppe) – Pianeta: Saturno – indica la ruota di TORINO

Colui che sta solo e cerca la conoscenza e il sapere. Il saggio. Lo studioso. Si appoggia ad un bastone, a rappresentare il passato e ha in mano una piccola luce che lo guida (una lanterna). L’uomo che veramente possiede la conoscenza, sa bene di possederne solo una parte; nella sua scienza non c’è superbia, vanagloria o un esibizionistico atteggiamento di superiorità. Così il saggio non cessa mai di proseguire per la strada che ha intrapreso. Col bagaglio delle esperienze passate, rappresentato dalla bisaccia legata alla veste, cammina, ispezionando prudentemente il terreno con un bastone che ha i 7 nodi delle Virtù. La sua avanzata è lenta, perchè è necessaria molta pazienza, ma è perpetua, senza sosta, mira alla Verità, guarda al futuro, all’avvenire, pur senza ambizione o sete di potere. La sua unica gioia è il SAPERE. La sua solitudine è sublimata e niente affatto sofferta: l’uomo psicologicamente ed affettivamente maturo, sa stare bene con sé stesso, anzi sa che solo con sé stesso saprà di più. Questa maturità è segnalata, nel disegno, dall’età dell’uomo raffigurato: infatti è la carta più “anziana” del mazzo. Le energie nascoste di questo vecchio si potenziano a contatto con la natura, con l’anima, lontano dagli uomini che potrebbero non capire. Non è un misantropo, al contrario sa amare disinteressatamente e sa dividere, se giusto, le sue conoscenze con chi se ne dimostri degno. Significato della carta: al diritto – ricerca del vero – meditazione – raccoglimento – indagine introspettiva – intimità – sapere profondo della riflessione – solitudine voluta – momento di revisione – esperienza del passato illuminante per il futuro – moderazione – concentrazione – prudenza – attenzione – discrezione – risparmio di denaro

al rovescio- solitudine – tristezza – pignoleria – cinismo – smarrimento spirituale – avvilimento – avidità – prostrazione – stanchezza – vecchiaia -povertà – depressione

In Affari: – problemi con collaboratori – evitare accordi, essere estremamente discreti – sforzarsi di agire con autosufficienza. Risparmiare

Per la salute:

al diritto – guaritore – cure con medicine alternative – forza morale

al rovescio- nessuna cura porta alla guarigione – arteriosclerosi – reumatismi – artrosi

 

LruotaX. La Ruota di Fortuna – Corrispondenza astrologica CAPRICORNO – Pianeta: congiunzione Luna-Mercurio -conferma una vincita La ruota del Karma. La reincarnazione. La figura della Sfinge Alata e dei Serpenti. Le 12 prove di Ercole. Il fiume Lete, il fiume dell’oblio.Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso. La ruota della Fortuna, o Destino, è rappresentata da due cerchi concentrici, a sette e otto raggi, a forma di otto (infinito). E’ sostenuta da un palo ligneo, che si ritiene, per tradizione, essere l’albero maestro della Vita. Le due ruote concentriche girano in senso inverso simboleggiando così la legge dei contrapposti. Sulla ruota maggiore stanno due esseri mostruosi: uno, a sinistra, ricorda il segno zodiacale del Capricorno, l’altro, a destra, raffigura una specie di animale acquatico di colore azzurro. Il primo, dai colori verde e rosso, è una fusione di sensibile e di fisico, il secondo rappresenta la spiritualità. In cima alla ruota si trova una Sfinge che tiene un pugnale in una zampa per dividere le sorti, per tagliare i fili del destino. La RUOTA, col perpetuo movimento rotatorio, assicura l’evoluzione della vita. Tutto compie il percorso assegnatogli, per poi fermarsi e trovare morte. L’essere ha motivo di esistere. La ciclicità degli eventi è regina dell’ordine, ogni avvenimento ha senso di esistere come punto di percorso. Male e bene, gioia e dolore, luce ed oscurità, vita e morte ne fanno parte e come tali, devono essere accettati dall’uomo, secondo la regola naturale. Senza posa si susseguono sconfitte e trionfi.

Significato della carta: al diritto – successo grazie al favore della sorte – fortuna – cambiamenti vantaggiosi – superamento delle avversità – incontri fortunati – evoluzione positiva – idee azzeccate – protezione – iniziative fruttuose – circostanze opportune – destino vantaggioso in tutti i sensi

al rovescio- successo provvisorio – transitorietà della fortuna – imprevisti – ritardi – gelosie ed invidie

In Affari: – sorte propizia – sicurezza economica

Per la salute:

al diritto – capacità di riprendersi da una malattia – guarigione completa

al rovescio- disturbi dell’apparato neurovegetativo – alti e bassi di salute

 

MforzaXI. La Forza – Corrispondenza astrologica Leone – Pianeta: congiunzione Giove-Marte – indica la ruota di FIRENZE La forza d’animo, il coraggio, la sicurezza. Una donna con il cappello a forma di 8 orizzontale, con un manto rosso (colore del coraggio) tiene aperte le fauci di un leone. Il leone rappresenta la passionalità senza freni, che rasenta la brutalità, la negativa impulsività, la veemenza. L’egoismo di tale foga deve essere domato con decisione ed equità di comportamento, perciò la donna ne blocca le fauci con le sole mani della razionalità intelligente ed attiva, senza dover usare armi o ucciderlo. La vera forza deve essere dolce per far crollare il nemico senza malvagità. La sopraffazione della belva avviene in modo pacifico, quasi regale, perciò indica la nobiltà della Forza come Virtù suprema. Questa carta, per “forza”, intende qualsiasi potere, sia fisico che mentale o spirituale. Prima di poter vincere la bassezza, la mediocrità degli istinti negli altri, dobbiamo vincerla in noi stessi senza alcuna paura od esitazione. Significato della carta: al diritto – energia psichica e fisica in abbondanza – uso giudizioso dei propri impulsi – coraggio valore- fermezza morale – sicurezza di sè – ardimento – eroismo – forza d’animo – determinazione in tutto.

al rovescio- irrequietezza – energie mal direzionate – atti egoistici – spavalderia – furore – violenza insensibilità – propotenza – prevaricazione – invadenza

In Affari: – attività incessante – ottima resistenza

Per la salute:

al diritto – stato psicofisico invidiabile – energie notevoli – piena forma

al rovescio- carenze dell’organismo – malattie di cuore – spina dorsale – occhi

 

NappesoXII. L’Appeso – Corrispondenza astrologica PERSEO – Pianeta: congiunzione Luna-Venere – questa carta rappresenta il ritardatario o un solo numero tipo ambata Rappresenta situazioni non ben definite (“appese” per l’appunto). Ogni cosa ha il suo prezzo. Le situazioni si possono capovolgere. La gamba destra è incrociata (piegata) dietro. ( vedere il nr 21 ) Indica immobilità forzata. Più ci si agita e peggio si sta. Forte disagio, ma anche consapevolezza che l’immobilità è per il momento l’atteggiamento migliore da tenere. Il giovane apprendista de IL BAGATTO, ora qui è iniziato al sapere. Il disegno lo rappresenta a testa in giù, appeso per la gamba destra ad un tronco; con le gambe incrociate e le braccia allo stesso modo, ma dietro la schiena. La gamba sinistra penzola libera dietro a quella tesa, legata ad una corda. Egli è staccato da terra pur rivolgendosi ad essa, cioè “non vive” più, ma esiste in funzione della corda che lo sostiene, legato com’è al ramo delle dottrine, degli ideali astratti, da cui ha scelto di dipendere in modo assoluto. Egli è in una posizione inattiva, passiva, fisicamente impotente, ma molto capace dal punto di vista medianico, spirituale, trascendente essendo l’incarnazione del misticismo. Per il sommo sacrificio di sé, ha rinunciato alla propria corporeità, ai propri istinti terreni e conseguenti beni materiali. Non è una figura esclusivamente passiva, dovendo essere generosamente disinteressata e disponibile alle azioni caritatevoli, ai pensieri sublimi. L’espressione del suo volto è dolce e remissiva, per nulla dolorosa: non c’è sofferenza nel sacrificio del vero amore. Significato della carta: al diritto – incertezza – tormento – ansia – fastidi – stanchezza – noia – predisposizione al sacrificio idealismo – altruismo – valori spirituali – assoluta devozione – grande rispetto per i valori familiari – alto senso del dovere e delle responsabilità – eventi inaspettati – confusione

al rovescio- disperazione – crisi – squallore – infelicità – separazione temporanea – sentimenti non corrisposti

In Affari: – imprevisti – insoddisfazioni – sfiducia – fallimento

Per la salute:

al diritto – sfruttamento eccessivo delle proprie forze fisiche – pericolo di crolli

al rovescio- incuranza della propria salute – malattia lunga e penosa – scarsa assistenza da parte dei familiari – malattie ai piedi, tubercolosi, ulcere.

 

XIII. MORTE – Corrispondenza astrologica Costellazione del DRAGO- Pianeta: Saturno – È la carta del rinnovamento, la morte intesa come trasformazione, come momento necessario di cambiamento in cui chiudere con il passato e guardare al futuro, l’erba del prato infatti è normalmente rappresentata con un colore verde acceso come a suggerire la vitalità inserita nella carta. Tutto cambia e si evolve. Il suggerimento è di cavalcare il tempo. Rivolto alla salute la morte normalmente indica un periodo di fiacchezza o di non positività. Arcano che rimane tradizionalmente senza denominazioni, come se fosse di pessimo auspicio chiamare la Morte per nome. Il disegno comprende uno scheletro con una lunga falce. I resti dei corpi umani, che spuntano dal suolo, indicano che le opere compiute (le mani) resteranno nei secoli, che le grandi idee andranno sempre avanti (i piedi), che la meraviglia degli affetti, dell’amore, non avrà fine. Infatti le anime non muoiono e con loro non muoiono i sentimenti, come gli spiriti che li animano. La vecchiaia è accettata serenamente dagli uomini saggi, in quanto la morte non determina la fine, ma l’inizio della libertà per l’anima nelle forme terrene, corporali, della materia impura e imperfetta. La morte di qualcosa di materiale, come di spirituale, di intimo, va saputa accogliere come il rinnovarsi di situazioni e con esse di noi stessi. Non avverrebbe alcuna catarsi senza un punto morto per le emozioni e i sentimenti. La morte non giudica perchè spetta a tutti, non distrugge perchè eleva le anime in mondi astrali superiori, non separa perchè niente può separare gli spiriti che si amano. Significato della carta: al diritto – rinascita – purificazione – cambiamento radicale – conclusione di vecchi rapporti e nascita di nuovi – desiderio di novità – trasformazione – genesi – fatalità – distacco dal passato per uno sguardo al futuro – immaterialità – trascendenza – stoicismo – libertà di spirito – rigenerazione concepimento

al rovescio- malinconie – mortificazioni – indecisioni fatali – caducità – difficoltà nei cambiamenti corruzione – lutto

In Affari: – cambiamento di occupazione, di metodo o di incarico – possibili eredità

Per la salute:

al diritto – uscire illesi da un incidente – superare un intervento – problemi ossei

al rovescio- incidente – intervento chirurgico – grave malattia

 

PTemperanzaXIV. Temperanza – Corrispondenza astrologica ACQUARIO – Pianeta: congiunzione Mercurio-Luna – ci vuole pazienza La ricerca di equilibrio. Diventare coppa per accogliere. Rappresenta la moderazione per non compiere errori di valutazione. L’Angelo versa l’acqua della vita e della conoscenza da una brocca all’altra.

Il disegno comprende un essere angelico asessuato, con una lieve tendenza d’immagine femminile, in quanto dolce e generoso. Anche questa figura è alata, però, qui in particolare, ha la celeste missione di mantenere in vita le creature terrene con lo scorrere delle acque. L’acqua è uno degli elementi fondamentali ed è, in un certo senso, il più sacro di tutti. Simbolo di vita, mezzo di purificazione, metafora, in psicanalisi, del liquido amniotico, indi della figura materna o di quella del concepimento, essa è il tramite di ogni rito mistico. La sua trasparenza ricorda infatti l’originaria e tanto agognata trasparenza dei cuori umani. Nessun essere vivente può fare a meno di lei, anzi tutti gli organismi ne sono composti. La Temperanza versa un liquido da un’anfora all’altra: queste due brocche sono una di argento lunare, rappresentante i sensi, la fantasia, i sentimenti; l’altra solare, come la logica, l’attiva razionalità. Così i due opposti si compenetrano nell’esistenza di ciascuna creatura, si assimilano reciprocamente, senza prevaricare l’uno sull’altro. La Temperanza sostiene la vita grazie all’equilibrio naturale, biologico, al contrario de LA GIUSTIZIA che si occupa, invece, dell’equilibrio morale, dello spirito, delle azioni umane. Significato della carta: al diritto – calma – serenità – dominio razionale degli impulsi – armonia – docilità – affetti familiari equilibrio – moderazione – legami riusciti – pace e tranquillità con sè stessi – discrezione – sobrietà castigatezza di modi – purezza e costanza di umore – modestia – mitezza

al rovescio- sprechi – ozio – influenzabilità – freddezza – passività – pigrizia – inibizioni

In Affari: – guadagni sufficienti

Per la salute:

al diritto – capacità di guarire senza ricorrere a farmaci – pazienza e buona volontà per superare gli eventi

al rovescio- persona insofferente – autocommiserazione – malattie nervose

 

QdiavoloXV. Il Diavolo – Corrispondenza astrologica Costellazione della Capra – Pianeta: congiunzione Marte-Venere È la carta che rappresenta la lussuria, la debolezza umana verso gli eccessi, la seduzione, gli istinti più selvaggi. Può indicare a volte semplicemente una forte arrabbiatura o nei consulti per l’amore, una grande carica erotica. Il Principe della materia è senza dubbio il Diavolo. Esso governa tutto ciò che è fisico, il corpo umano ed i suoi istinti. Anch’egli deve tener conto delle leggi naturali: è la nostra esteriorità, la nostra consistenza, fisicità, con le quali l’anima deve abituarsi a coesistere. La figura rappresenta da un mostro ermafrodita, con le gambe da caprone, i fianchi e i ventre coperti di scaglie, la vita ed il seno di donna, la testa di caprone, con lunghe corna, le ali di pipistrello. Nelle mani tiene due simboli del fuoco: in entrambi i casi raffigurano i vizi capitali di SATAN: la tendenza a separare qualsiasi unione, come la potestà che egli conferisce sempre ai regnanti ed ai potenti. Il Diavolo porta con sé i sette vizi capitali (Orgoglio, Ira, Pigrizia,Gola, Invidia, Avarizia, Lussuria), e ciascuno di essi è molto vicino ai nostri istinti. L’egoismo che è innato in noi fin dal primo giorno di vita, ci è dato dal Demone, come il desiderio di sopravvivenza o quello del possesso. Significato della carta: al diritto – seduzione – sensualità – magnetismo – erotismo diffuso – potente attrazione fisica – impulsi irrefrenabili – carica erotica – desideri materiali – impulsività – intrighi – capacità ipnotiche – poteri ammalianti – suggestioni – malie – forze occulte – ricerca del piacere effimero

al rovescio- inganno – turbamenti – abuso di vizi – amoralità – squilibrio – possibili incidenti – panico – paure inconscie – stregoneria – perversione – lussuria – il male – segreti

In Affari: – falsità – attenzione alle truffe, ai cattivi affari – Evitare scialacqui sconsiderati

Per la salute:

al diritto – longevità – esuberanza sessuale – condotta di vita smodata

al rovescio- malattia – incidenti – turbe psichiche – vizi – malattie veneree – impotenza

 

RtorreXVI. La Torre – Corrispondenza astrologica SCORPIONE – Pianeta: congiunzione LUNA-MARTE – non rappresenta vincite La Torre colpita dal fulmine. La superbia e la presunzione. La punizione e il castigo. Solo l’umiltà può diventare salvezza. Ci eleviamo inginocchiandoci, guadagniamo rinunciando. Questa carta, nella tradizione più antica (ma ancora ritrovabile spesso nei tarocchi francesi) viene definita anche come “La Casa di Dio”, mentre in altre tradizioni rappresenterebbe la Torre di Babele (che il fulmine di Dio provvederebbe ad abbattere). Lo spirito creativo è presente in tutti noi fin dalla nascita. Tendiamo, per natura, a cercare di erigere la perfezione, vi aspiriamo in modo assoluto, nostalgici di quella divina, rischiando così di peccare di presunzione. La presunzione umana può trascinare nella rovina totale tutto ciò che si era potuto costruire, anche se positivo. Negli ARCANI MAGGIORI, le costruzioni appaiono solamente in altre due carte, quella del SOLE e quella della LUNA. Hanno sempre il colore della pelle umana a significare che la realizzazione materiale dipende dall’uomo. Il disegno ricorda la leggendaria Torre di Babele, come la mitica caduta dell’Angelo Lucifero, che è, poi, la caduta di ogni uomo nel momento in cui dimentica la propria inferiorità rispetto a Dio. Il fulmine divino folgora chiunque pecchi di arroganza e di superbia. La “caduta” spetta a tutto quello che non sia consono alle leggi della natura e della logica. Insieme all’edificio, nella carta, cadono a terra un RE, spirito dell’ambizione, un ARCHITETTO che l’aveva progettato e costruito e che ora ne perisce e nove anime rotonde, di diversi colori, che fanno parte del passato genetico di ogni uomo. Significato della carta : al diritto – L’arcano della Torre, uno dei peggiori del mazzo, più drastico diritto che capovolto, rappresenta il perno filosofico della necessità del male come aspetto complementare del bene o come la condizione che lo precede. È il necessario cambiamento di stato, doloroso ma indispensabile, per l’evoluzione interiore. Se le energie incontrollate rappresentano un pericolo contro cui non rimanere passivi, innegabile è la loro fecondità, il potere germinativo del nuovo che sorge dal vecchio, il mutevole figlio della condizione statica e cristallizzata della pietra. Insuccesso – crollo – lite (in genere definitiva) -situazioni che precipitano – separazione – immenso dolore – sofferenza – disperazione – rottura di un legame o di un rapporto – caduta di speranze – sogni irrealizzati – delusione – dispiacere – amarezza – pianto -infelicità – materialismo – cupidigia – disordine. al rovescio – desideri irragionevoli – confusione – superbia – tradimenti – errore rovinoso per presunzione ed eccessiva ottusità. In Affari: – rovina – premunirsi contro i furti Per la salute: al diritto – stanchezza fisica – dispendio di energie – difficoltà a superare una malattia – aggravamento al rovescio – pericolo di collasso – infarto – decorso sfavorevole di una malattia malattia grave.

 

SstelleXVII. La Stella – Corrispondenza astrologica PESCI – Pianeta: congiunzione SOLE-VENERE – indica la ruota di VENEZIA La speranza e la promessa di un’alba nuova. L’Angelo, o la Ragazza che bagna la terra. Le stelle illuminano la notte. La Stella Cometa che guida i Re Magi. Come la luce della candela sul davanzale delle case dei marinai. Il segno dell’attesa e il segno del luogo al quale fare ritorno. L’Ibis, uccello magico, simbolo dell’anima. Idem la Farfalla. Questo Arcano è importante per il suo rimando alle scienze atrologiche ed oniriche. Infatti, già per gli antichi, era indiscussa l’influenza degli astri e dei sogni sulle vite umane. Non bisogna poi scordare le connotazioni “romantiche” della contemplazione delle stelle. Esse hanno allietato la notte ai viaggiatori, agli amanti, ai giovani e agli anziani. Per le stelle ogni uomo importa, come fiamma spirituale; per le stelle ogni uomo è parte delle meraviglie dell’universo. La nostra esistenza è coronata di trionfi e fallimenti, ma fondamentalmente, è indirizzata al compimento di una ben precisa missione. Ciascuna vita segue le trame stabilite dal destino. La donna della figura versa nella fonte, con un’anfora d’oro, li liquido della vita; nel terreno invece versa, con un’anfora d’argento, il liquido corrispondente all’alimento per la vita. Nel cielo sono significati 8 astri, di cui, uno in particolare, molto grande ed uno minore proprio sul capo della fanciulla. Quest’ultima stella è l’astro personale di ogni individuo, che ne determina il cammino esistenziale. Non esiste carta più luminosa che indichi la luce infinita della gratitudine della vita, del mondo a chi li abbia amati. Significato della carta: al diritto – amore, che è soprattutto affinità di spirito – unione di due anime – bellezza esteriore ed interiore – legale felice allegria -gioia – candore – innocenza – ottimismo – fiducia- – ideali realizzabili – decisione fortunate – aiuti da parte delle persone vicine – armonia di rapporti al rovescio – affettazione – eccessivo sentimentalismo – influenzabilità. In Affari: – entrate – società vantaggiose – agiatezza Per la salute: al diritto – gioia di vivere al rovescio – mancanza di voglia di vivere – sfiducia – solitudine – malattia ai reni.

 

TlunaXVIII. La Luna – Corrispondenza astrologica CANCRO – Pianeta: LUNA – non rappresenta vincita Ci sono due lupi (o cani) che ululano alla luna, e il gambero che esce dall’acqua. Il principio creativo femminile (la parte sinistra). L’infanzia, la femminilità, la donna, la madre, il sonno e il sogno. Dopo la scintillante speranza delle stelle, ecco la magica, tenue, affascinante luce lunare. Essa rischiara dove le tenebre oscurano, anche se in modo incompleto ed ambiguo. Infatti le ombre avranno sempre la prevalenza nel mondo notturno, riflettendo, ai nostri occhi immagini tutt’ altro che chiare, in gran parte poco distinguibili. Certamente tale visione risulterà fittizia e, anche se piacevole, ingannatrice. Fantasia e ragione si possono unire in un connubio perfetto, però, come in tutte le unioni, occorre un grande equilibrio tra le parti. L’equivoco sguardo che la Luna ci rivolge, getta sull’universo nei nostri rapporti e delle nostre vite, e può essere deleterio per chi ne abusi o ne faccia culto. Il sentiero che ha inizio dalla palude e prosegue per l’orizzonte, sconosciuto quanto attraente, indica che si è capaci di resistere alla seduzione dell’immaginazione e della credenza cieca e può andare oltre le apparenze illusorie. I due cani da guardia sono due costellazioni ed i sogni, le premonizioni, i presentimenti a cui dovremmo dare ascolto. Le torri si differenziano per illuminazione interna: infatti la vera strada non è delle superstizioni, né della ragione, ma del “mezzo”. Significato della carta: al diritto – sogni – ricordi – nostalgie – rimpianti – vulnerabilità – incostanza – sbalzi d’umore – rischio di illusione – delusioni – errori di valutazione – immaginazione – presagi – apparenze che ingannano – superstizione – veggenza al rovescio – difficoltà – equivoci – doppio gioco – false lusinghe – squilibrio – intrighi – cose nascoste – insidie – trame

In Affari: – no a prestiti o investimenti Per la salute: al diritto – nevrosi- depressione – alti e bassi di morale – manie al rovescio – tendenza al suicidio – paura della morte – turbe psichiche – malattie ovariche e utero

 

UsoleXIX. Il Sole – Corrispondenza astrologica GEMELLI – Pianeta: IL SOLE – Ci sono molte combinazioni di vincita con questa carta. Un bambino nudo cavalca il cavallo bianco (la luna) il simbolo dell’innocenza del restare bambini, il correre incontro alla vita. Nella mano sinistra (la parte maschile) tiene la bandiera alzata in segno di vittoria. Ci sono dei girasoli che guardano la luna. Il principio creativo maschile. L’uomo. I raggi del Sole sono ondulati non rigidi, in questo simbolo sta un’insegnamento metaforico. A volte vengono raffigurati due bambini, vicino a un laghetto (simbolo della luna). Corrono tenendosi per mano. In ogni lettura indica un ” chiarificarsi di situazioni” e in ogni caso “felicità”. Nella meditazione con le carte è la “luce interiore” e il contatto con le energie della vita. In negativo: È un Eremita folle. Colui che cerca la vita chiudendo le porte alla Vita. L’Arcano del Sole è quello della ragione, della illuminazione per eccellenza, è la luce allo stato puro, lo splendore del reale che rischiara e riscalda ogni creatura. Ci facilita le distinzioni tra bene e male, fra il vero e il falso, armonizzando così anima, spirito e materia, cuore e pensiero razionale. Tutto ciò genera felicità profonda e duratura. L’illusione e la conseguente delusione sono necessarie come il dolore per imparare a discernere il reale dall’irreale, il giusto dall’ingiusto. Nel disegno sono compresi 12 raggi, partenti dal Sole centrale, avente volto dai tratti maschili, paterni e protettivi. Il numero dei raggi corrisponde ai segni dello Zodiaco, per indicare l’ordinamento perfettamente ciclico delle stagioni, delle nascite, delle crescite e delle morti. L’abbraccio delle due figure rappresenta la bellezza della pace fraterna, la forza dell’alleanza, la felicità e la semplicità dei veri sentimenti. Significato della carta: al diritto – felicità – armonia – coerenza – concordia – spirito illuminato – certezze – positività assoluta – pace con la famiglia e gli amici – fama e prestigio – soddisfazioni – cambiamenti positivi solidarietà – amicizia -amore – affetto – senso artistico al rovescio – frivolezza – vanità – suscettibilità In Affari: – tranquillità economica – onori meritati – doni Per la salute: al diritto – guarigione – fisico forte – disturbi agli occhi al rovescio – traumi irreversibili – menomazioni più o meno gravi – malattie cardiache

 

VgiudizioXX. Il Giudizio – Corrispondenza astrologica Costellazione del CIGNO – Pianeta: congiunzione Luna-Mercurio Segna il tempo che passa. ? la clessidra di Saturno. 3 figure nude, un uomo e due donne, escono da una tomba. Un Arcangelo suona la tromba del giudizio. In parecchi mazzi viene chiamato “Il Giudizio” e infatti la simbologia della carta stessa rimanda ‘idea del Giudizio Universale. Di ottimo auspicio sia nei consulti che nella meditazione. Indica guarigione, evoluzione emotiva e spirituale, ottime notizie in arrivo.L’ Arcano de IL GIUDIZIO indica come sia importante possedere uno spirito critico, che possa distinguere tra l’anima e la materia delle cose. Bisogna trascendere le proprie conoscenze per capirne il reale tempo e spazio. Guardare al futuro non significa dimenticare le esperienze, ma il passato deve rivivere solo nello spirito, nel cuore, senza condizionare troppo nè poco. Questa Resurrezione della propria anima avviene in compagnia con la materia con la quale ha condiviso l’esistenza. L’ordinamento naturale esige, ancora una volta, equilibrio e chiarezza, moderazione e continuità. La resurrezione delle anime chiamate dalla tromba dell’Angelo non è soltanto fisica, ma sopratutto dell’anima. Questo terzetto è composto da padre, madre e figlio: il padre è il passato, la madre il sentimento per eccellenza, il figlio l’erede e il continuatore dell’opera vitale iniziata dai genitori. I tre obbediscono alla chiamata dell’Angelo come noi dovremmo obbedire alla chiamata della coscienza prima, e del tempo, poi. Significato della carta: al diritto – ritorno – rinascita di un legame – rivalutazione – riappacificazione – antichi rapporti o antiche emozioni che riaffiorano -spiritualizzazione dei legami – elevazione – comprensione al rovescio – ripensamenti – ritorno a situazioni ormai morte In Affari: – promozioni – avanzamenti sul lavoro – influenti protezioni Per la salute: al diritto – paura di affrontare il futuro – di sapere la verità al rovescio – abuso di alcol, droghe o crisi isteriche

 

ZmondoXXI. Il Mondo – Corrispondenza astrologica la Stella Polare – Pianeta: congiunzione Sole-Giove I 4 simboli agli angoli, Terra Fuoco Aria Acqua. I 3 animali: Toro, Leone, Aquila e la figura umana, l’Angelo nel centro una ragazza nuda, con una corona d’alloro sul capo. È in piedi, tiene le gambe incrociate, la sinistra dietro. Nota: la Sfinge Egizia ha le medesime caratteristiche. Inoltre, in tempi antichi, i segni zodiacali Toro, Leone, Aquila (anticamente corrispondente allo Scorpione) e Ragazza (Aquario) corrispondevano ai Solstizi e agli Equinozi. Inoltre nella tradizione evangelistica, il leone, il toro, l’aquila e l’angelo sono anche i simboli dei quattro Evangelisti (Luca, Giovanni, Marco e Matteo). Dopo tutto il percorso iniziatico degli Arcani Maggiori, eccoci al riconoscimento dello spirito, dell’anima, delle cose. Finalmente l’uomo può riconoscere il suo spirito in quello del mondo. Il mondo è il movimento, l’azione continua, il ciclico divenire delle cose e delle persone. Possedere il mondo significa possedere la certezza della sua conoscibilità e della sua amabilità. Il disegno rappresenta una dea che potrebbe essere EVA, cioè la Natura o l’Anima dell’universo e che, sinteticamente, si può dire VITA. La seta che scende sui fianchi della figura è rossa come la vitalità, la gioia di vivere. I capelli sono lunghi e sciolti al vento in tutto il loro splendore per ricordare che dove c’è vita c’è anche bellezza. A ciascun angolo della carta troviamo i simboli dei quattro evangelisti, corrispondenti alle quattro stagioni o agli elementi primordiali. A sinistra, in alto, c’è l’angioletto di S. Matteo, o l’INVERNO, o l’ACQUA,. In basso, sempre a sinistra c’è il Toro di San Luca, cioè la Primavera o la Terra. In alto a destra l’Aquila di S.Giovanni o l’Autunno o l’ARIA, a destra, in basso, invece, il leone di San Marco, o l’estate o il Fuoco.

Significato della carta: al diritto – divertimento – svago – festa – allegra brigata – buon umore – contatti sociali riusciti gioia – amicizia – festeggiamenti – riuscita totale – rapporti solidi al rovescio – possibili invidie – ostacoli – autorità ostile – eccessiva dispersione di energie – narcisismo – materialismo In Affari: – perfezionamento – ricchezza

Per la salute: al diritto – ottima salute – forma fisica eccellente al rovescio – tendenze omosessuali – malattia a decorso lento

Il Mondo di Munchkin

Mag
3

Scartabellando tra le varie cose da mettere in ordine, eccolo li il bauletto sacro, il vaso di pandora, il sacro scrigno… insomma il bauletto vintage contenente le MUNCHKIN. Ora per chi non sa cosa siano la farò breve…

Quante volte a vedere il signore degli Anelli avreste voluto disintegrare la compagnia dell’anello?
E a D&D quante volte avreste voluto far implodere il compagno sculato del gruppo o quello antipatico o quello rumoroso. Maledicendo il mostro di turno per non essere tropo pompato e quindi schiattato senza eliminare quello che ci sta sul pejones?

Ecco per tutti coloro che vogliono il GDR ma vogliono anche distruggerlo arrivano le MUNCHKIN. Scopro del gioco, arrivare vivo a livello 10, sperando che: Mostri, amici e parenti non ti ammazzino prima. Eh si quello ti sta sulle balle? Cast sul mostro e lo pompi mandando il compagno al creatore. Quello ha troppo culo? Ma aiutiamo la sfortuna a ucciderlo!
Un GDR da tavolo con le carte, ognuna con effetti e utilizzi.
Razze assurde
Oggetti assurdi
Penalità assurde
Compagni infami
Dungeon impossibili
Miscugli di classi e razze al limite dell’indecente goliardico
Ma soprattutto….. BRUTTE COSE!

Fatevi mettere a 90 da un mostro e scoprirete le brutte cose.
Insomma il gioco delle liti coniugali da coltello, dei fidanzamenti infranti, dell’odio profondo… Almeno finchè non finisce la partita, poi tutto torna come prima. Ma durante il gioco..
SCONTRO EPICO!

Consigliato e Stra Consigliato
http://munchkin.raven-distribution.com/

Self Service Benzina e Banconote – Odio Profondo

Mag
3

Quanti di voi si servono dei Self Service della Benzina?
Direi che tutti prima o poi abbiamo avuto a che fare con queste DIABOLICHE macchinette, perché altro non possono essere se non diaboliche. Sei in macchina al sabato e vedi l’ago del gasolio che tocca pericolosamente la riserva e decidi a malincuore che devi fermarti al Self, consolandoti, al week end col self il carburante costa un pochino di meno.

Scegli la pompa (MAI che scrivano qual è per i soli tir e quale per macchine et similia, per chi non lo sa c’è una differenza abissale, quella da TIR col cavolo che la infili nel bocchettone della macchina, se ti sbagli son dolori). Trovo il benzinaio, seleziono la pompa giusta e armata di portafoglio vado alla Diabolica macchinetta. Provo coi 5€ nuovi ne avevo due un deca ci sta tanto per quel che devo girare… niet nada nemmeno a pagarla, continua a sputarmeli fuori, poi ti accorgi che qualcuno ha staccato il cartellino…. “Non accetta i 5 € nuovi” ….

Maledici in cirillico sia lo stato che li ha voluti emettere, sia il Benzinaio che dopo mesi non ha ancora fatto aggiornare la dannata macchinetta e anche il fetente che ha staccato il cartellino che era dotato di scotch quindi in giro da solo non ci va. Riapri il portafoglio e cosa restano? Dei pezzi da 20€… Ok tanto ci giro, proviamo col  primo… e sopra e sotto e gira e voltalo nulla la dannata macchinetta continua a risputartelo fuori, peggio ti prende pure in giro alle volte prende la banconota fino a metà e poi te la restituisce cambiando idea.

E i santi iniziano a tremare e tanto per completare il quadro arriva un altro cliente che ghignante ti si mette alle spalle in attesa. E riprovi e riprovi, nulla. Cambi banconota, altra da 20 stessa manfrina.. e intanto quello che aspetta ghigna, si sente in dovere di dare consigli, con la faccia di chi la sa lunga. Stai per rinunciare quando la Dannata macchinetta decide di averti torturato a sufficienza e in uno slancio di generosità accetta la banconota.
ALLELUIA!
Selezioni la pompa e vai di corsa a far gasolio, ignorando il ghignetto dell’altro cliente. A testina bassa fai gasolio, beccandoti anche ulteriori commentini sulle donne imbranate e a rischio di sprofondare nel primo tombino fai gasolio. Finito rimetti a posto la lancia chiudi il bocchettone e sempre a testina bassa sali in macchina, una volta al sicuro occhieggi la Dannata macchinetta e il furbetto è LI! A sudare sette camicie… Allora esiste un dio, il karma o comunque un pareggio dei conti.

Abbassi il finestrino e sistemi lo specchietto per osservarlo meglio mentre da solo e osservato ( e lo sa che lo osservi ) ripete tutto il teatrino di cui prima si faceva beffe. Metti la cintura, accendi la macchina, poi i fari e lui ancora lì! Momento catartico, lieve retromarcia, affianchi il furbo e lo osservi sorridendo e lui “eh mi sa che funziona male” e tu infame come un serpente dopo aver subito “a davvero? pensavo fossi una femmina travestita, visto che siamo così imbranate noialtre.”

E mentre la faccia di cotenna si vergogna come un cane a sua volta tu te ne vai, lasciandoti alle spalle quindici minuti di distributore, la dannata e diabolica macchinetta e il furbo della serata che è ancora li a litigarci. In quell’istante, ma solo in quello, mentre lo osservi la odi un pochino meno…

 

Ma giusto un pochino.

Il Sacchetto per Cani – Sana abitudine?

Mag
2

Sorvolando sulle catastrofi varie, in fondo questo è un blog e non posso vivere di soli cataclismi naturali.  Senza contare che fuori piove, c’è un allarme meteo per possibili altri uragani e insomma… vediamo di pensare ad altro.

A mezzogiorno esco, vado a fare un Fax e poi passo da un paio di amiche, che hanno un negozio di parrucchiera. Titolare e dipendente in pratica, un bel posto vicino al parco sempre molto allegro. Come ogni Venerdì fanno orario continuato e mangiamo una pizza assieme a pranzo. Si ride si scherza, si fanno 4 chiacchere, tanti pettegolezzi e poi eccolo.

Il tipo col cagnolino che passa, lo lascia defecare davanti al viottolo di 2 metri che porta all’ingresso del negozio e facendo finta di nulla tira dritto. la titolare schifata e io che non so mai star zitta <son proprio merda dentro> dalla porta  inizio a farmi sentire lamentando la maleducazione. Il tipo fa FINTA di nulla e io rincaro la dose con un “adesso chiamo i vigili” ed eccolo la faccia di cotenna che si ferma, brontola che ha il sacchetto e che stava per raccoglierla. Ma brutto maleducato sei andato avanti dieci metri facendo finta di nulla solo per poi tornare indietro a raccogliere la merda del tuo cane?
CERTO ci abbiamo creduto tutti.

Fatto sta che sto faccia di rame aveva l’osso porta sacchetti, torna indietro raccoglie e invece di riprendere la sua strada, sparisce dalla parte opposta, della seria coda di paglia e ti vergogni a farti rivedere?

E la domanda sorge spontanea.
perché tutti si portano dieto sto osso, se poi non usano i sacchetti? perché se non ce l’hai ti multano? Ma soprattutto davvero oggigiorno bisogna sempre minacciare di chiamare le forze dell’ordine per convincere la gente a raccattare la merda del proprio cane? Insomma la fa davanti a un negozio lo vedrai bene o sei così cecato… a quanto pare non era la prima volta.

Certo che la civiltà di alcuni rasenta quelle delle scimmie, non tireranno cacca a chi passa, ma la lasciano comunque in giro.

Mappina delle catastrofi

Mag
1

Ovviamente non è precisissima, visto che alcune zone se ne son fatte di multiple.
Tra Terremoti, Alluvioni, Grandine eccezionale e Tornadi…
Ecco la situazione di Modena e della bassa.

Mappina

30 Aprile 2014 – Nonantola

Mag
1

Nonantola ridente? Non credo, cittadina al limite tra Modena e l’inizio della bassa Modenese. Un paesino fin ora graziato da terremoti, grandinate, inondazioni che hanno colpito come un bombardamento tutti i comuni limitrofi, graziando questo piccolo quanto storico paese. Almeno fino al 30 Aprile, quando un uragano ha deciso che questo paese doveva aver la sua botta di distruzione e ha colpito con la forza di un’esplosione.

Era il primo pomeriggio e si faceva la spesa, in previsione del Primo Maggio poi il vento, poi la grandine e infine eccolo… Il Tornado. Si era in coda alla cassa quando s’è visto passare il tornado, così vicino, così distruttivo, momenti dove è mancato il respiro. Da un lato chi era esaltato e col telefonino riprendeva tutto dall’altro chi era agghiacciato… io ero tra gli agghiacciati che già stava cercando di capire dove quel mostro formato dai venti stava seminando la sua distruzione.
Era troppo vicino.
Un vero TORNADO che si scatenava, sfumava e riformava e con lui la Grandine che come una Sassaiola distruggeva tutto quello che trovava come una scarica di proiettili.

La corsa a casa appena sembrava tutto tranquillo poi il terrore… la BOSCH “oil control” la ditta più grande della zona, che da lavoro a centinaia di operai, colpita in pieno già si vocifera di distruzione. Una sorella lavora li, e mentre corro a controllare il nostro capannone, vicino alla zona colpita tiro dritto per cercare appunto mia sorella tra le centinaia di dipendenti in evacuazione. Non c’è, telefonini che non vanno e quanto finalmente prendo la linea, scopro che è a Modena al sicuro.

Passa l’ansia ma resta quel senso di impotenza e disperazione che ormai aleggia un po’ ovunque, nella “ridente” Bassa modenese, un tempo forse, ormai è la catastrofica bassa. L’ultimo uragano ha costretto a ricordare, ricordare gli ultimi 5 anni, anni assurdi, puntellati da continue catastrofi e in mezzo la rabbia.
Una RABBIA pronta a esplodere, verso un’Italia che strumentalizza l’informazione e nasconde quanto stia soffrendo questo piccolo fazzoletto di terra che è Modena.

Articoli e Video
dalla Gazzetta di Modena Online
http://video.gelocal.it/gazzettadimodena/dossier/tornado-tra-nonantola-e-castelfranco-paura-e-danni/campazzo-di-nonantola-case-e-capannoni-scoperchiati-e-abbattuti/29416/29614

Foto varie Nonantola e Bosch distrutta.
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Remember della grandine

Mag
1

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Come se non bastasse tutto questo la Grandine, gioia e dolore della Bassa, un appuntamento pressoché annuale fisso. Tanto per citare qualche data e foto allegate. Anche questa è una calamità naturale che distrugge gli alberi da frutto con le loro gemme o i giovani frutti dando bastonate uniche all’agricoltura. Spacca tetti, vetri e tutto quello che colpisce.

Quelle sotto elencate sono solo alcune date e articoli, di una cosa che per noi è purtroppo la NORMALITA’… giusto per rendersi conto quanto queste zone sopportano e quanto vengono sempre ignorate.

1 Marzo 2014 – Modena
“Un violento nubrifragio si è abbattuto intorno alle 17,45 su Modena, A macchia di leopardo oltre alla pioggia ha fatto la propria comparsa anche la Grandine. Particolarmente abbondante la grandine, di piccoledimensioni, nella zona di San Faustino e di via Vignolese. «Situazione decisamente  inconsueta per marzo» commenta il meteorologo Luca Lombroso”
Fonte Gazzetta di Modena Online

4 Maggio 2013 – Carpi – Modena Est – Bolognese
Prima a Carpi, poi verso Modena nella zona Ovest, attraverso la città fino ad Est e via verso Bologna, prendendo dentro Castelfranco per poi rilanciare in direzione della Bassa e abbattersi su San Martino Spino.

Una tempesta senza precedenti recenti nella storia della nostra provincia, iniziata con una forte grandinata per poi arrivare ad essere, in uscita dal nostro territorio, anche una tromba d’aria. Un’ora di ordinaria follia in balia del maltempo dove si è temuto potessero esserci danni ben peggiori.

I cielo ha cominciato a rannuvolarsi su Carpi in modo preoccupante prima delle 16, e da lì a poco le strade si sono praticamente imbiancate: chicchi grandi e intensi per alcuni minuti, un vero e proprio nubifragio violento che si è abbattuto nella zona del carpigiana ed è avanzato verso Modena toccando anche la zona di Soliera e Campogalliano.

A Modena i primi ad accorgersi di quanto stava accadendo sono stati i residenti della zona Ovest, quartieri Madonnina e Villaggio Giardino: cielo nero e perturbazione anche in questo caso violenta. Le strade si sono viste imbiancate da una coltre bianca ghiacciata mentre il temporale avanzava inesorabile seguendo l’asse Ovest-Est.

Nemmeno il centro della città è stato risparmiato, poi il maltempo si è abbattuto inesorabile procedendo verso Bologna. Ed è lì che la grandine ha smesso di fare danni, passando il testimone ad una ben più incredibile tromba d’aria che ha coinvolto i comuni della cintura, da Castelfranco, fino alla Bassa, abbattendosi soprattutto nella zona di San Martino Spino.

Tornando alla grandine, in città si sono avuti i danni maggiori soprattutto lungo le tangenziali e l’autostrada.

L’abbattersi violento della grandine  ha portato le auto a rallentare, prima, e a fermarsi definitivamente, dopo, per almeno una decina di minuti senza avere la possibilità di muovere il veicolo. Inevitabile la corsa a cercare riparo, soprattutto in autostrada nel tratto di competenza di Modena Nord, sotto i cavalcavia, creando anche situazioni di pericolo perché tutti volevano mettere al sicuro la propria auto. 

Dalle persone che in quell’ora, tra le 16 e le 17, erano in giro a piedi, sono arrivate diverse chiamate al 118: passanti che sono stati colpiti da chicchi pesanti, soprattutto sul capo e sugli occhi: nessuna però è rimasta ferita in modo grave e sono bastate piccole medicazioni. 

E, finita la tempesta, è cominciata la coda per cercare di accedere il prima possibile ai finanziamenti per ripagare i danni subiti.

Le assicurazioni sono state tempestate di chiamate per “aprire” le denunce, ma le prime auto si sono già presentate nelle carrozzerie di Modena e da chi sostituisce i cristalli in pochi minuti: col week end davanti, diversi proprietari delle macchine che soprattutto in tangenziale sono state danneggiate, complice la maggiore velocità e l’assenza di ripari come alberi e palazzi, hanno preferito corre subito ai ripari. Dopo quell’ora di ordinaria follia.”
Fonte Gazzetta di Modena Online

5 Maggio 2013 – Castel Franco
“Verso le 18 di venerdì si sono ritrovati spontaneamente in un centinaio: cento persone su cento auto, tutte in pacifico e rassegnato sit-in lungo la via Emilia est. Non stava per scattare un magico happy hour, si trattava invece di una richiesta di soccorso contro le mitragliate sparate dal cielo. Carglass, il famoso centro per la riparazione e la sostituzione dei vetri degli automezzi è stato preso d’assalto. E non è una frase di routine. Come spiegano gli stessi addetti ai lavori «davanti all’officina c’era il pienone, le telefonate erano continue. Domenica dobbiamo venire a lavorare, non possiamo fare diversamente: apertura straordinaria per fare fronte alle richieste. Un centinaio anche sabato, poi ci sono tutte le prenotazioni per i prossimi interventi». Insomma auto in ospedale, casi d’urgenza subito in sala operatoria, telefono del Carglass come il Cup. Non “fratture” multiple, nella maggior parte dei casi: la grandine, o meglio le uova ghiacciate sparate dal cielo hanno spaccato o il parabrezza o il lunotto. Quanto alle carrozzerie, alcune vetture portate per il cambio del parabrezza avevano anche classici avvallamenti sul cofano o sul tettuccio. Servizio completo dunque e chiamate, appuntamenti, preventivi dai carrozzai di fiducia. I danni alle strutture, cioè alle case, agli edifici, in città si sono limitati a vetrate, lucernari, balconi e vasi rotti, rami spezzati. Grande lavoro da venerdì per le compagnie d’assicurazione, sia per le auto che per gli immobili. Numerose venerdì le chiamate al 118 per contusioni. Non è andata bene a chi è stato sorpreso in scooter durante la furia della grandinata. «Per fortuna che sono rimasto in equilibrio e ho accostato, mi sono fermato subito- racconta un giovane – perché è stato come se mi avessero tirato un sasso in fronte, come una martellata. Ero stordito e stavo per rovesciarmi».”
Fonte Gazzetta di Modena Online

29 Gennaio 2014 – Bassa Modenese

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Non passa un anno dal Tornado e due dal doppio terremoto.
Modena e la Bassa ancora devono riprendersi dal tracollo dovuto alle catastrofi. La gente ormai ha l’abitudine di controllare i siti di sismografia e alzare un occhio al cielo quando le nuvole minacciano di colpire di nuovo. Ma stavolta è un nemico ben più Subdolo a colpire la Bassa modenese, già in ginocchio per il Sisma di appena due anni prima.

Come ci si sente quando la terra ti tradisce, il cielo ti tradisce e ora anche i fiumi, che da sempre scorrono opulenti per le campagne, tradiscono? Inermi, in balia della corrente, incapaci di reagire se non osservare tutto svanire tra i flutti. Bomporto e la Bassa modenese sommersi… Bomporto piccola cittadina ad appena 6/7 km da casa. La mia terra, una terra che non smette di venir martirizzata. Il peggio è il silenzio dei grandi giornali nazionali e dei TG. Ancora una volta Modena e le sue piccole grandi catastrofi vengono dimenticate come se fossero piccolezze, eppure le immagini fanno ben capire l’enormità del problema e della disperazione.

Leggiamo dalla stampa Online.
Piccoli stralci degli unici giornali che ci hanno considerati.

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“Alluvione a Modena, si contano i danni: colpiti otto comuni e 1.800 aziende

Due paesi della Bassa sott’acqua per più di 48 ore. Sono ancora 190 gli sfollati. Il disastro dove ci fu il terremoto del 2012. Nasce il sito “Alluvionati e incazzati”
 

ANSA

II volontari del centro soccorso animali il pettirosso di Modena traggono in salvo i cani e i gatti rimasti nelle case del centro alluvionato del comune di Bastiglia in provincia di Modena, lo scorso 21 gennaio 2014

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Diecimila ettari di territorio allagati, due paesi – Bastiglia e Bomporto -, sott’acqua per più di 48 ore, otto comuni colpiti, 1.800 imprese danneggiate. E’ il bilancio ancora provvisorio, perché la vera conta dei danni arriverà solo quando la gente avrà finito di spalare il fango da abitazioni e aziende, dell’alluvione che si è abbattuta sulla Bassa modenese dieci giorni fa. Era domenica di primo mattino quando un argine del fiume Secchia all’altezza del Passo dell’Uccellino, pochi chilometri a nord di Modena, ha ceduto sotto l’urto dell’onda di piena: una falla provocata da tane di volpi o di tassi (questa la prima spiegazione ufficiale fornita dall’Aipo, Agenzia del Po, ndr), che in poche ore si è trasformata in una voragine di 80 metri, da dove l’acqua si è rovesciata su campagne e centri abitati. 

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A dare un’idea approssimativa di quel che è successo, ci sono anche i dati contenuti nel rapporto sull’alluvione presentato ai ministri Delrio e Orlando: l’area colpita si estende per oltre 30 chilometri in linea d’aria, migliaia di persone hanno dovuto lasciare la loro casa nell’immediatezza dell’esondazione, mentre almeno duemila sono rimaste intrappolate nei piani alti dei centri di Bastiglia e Bomporto, e 190 sono tuttora sfollate, ospiti perlopiù di alberghi. Per far fronte all’emergenza sono stati impiegati 176 vigili del fuoco, che hanno compiuto 764 interventi di soccorso urgente e 907 salvataggi di persone, oltre 110 interventi con mezzi aerei. 

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A complicare le cose, la drammatica circostanza che il disastro si è abbattuto su zone già flagellate dal terremoto del 2012 (come Camposanto e Medolla, ma soprattutto San Felice e Finale Emilia). Lo ha sottolineato oggi anche il presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani, che già nei giorni scorsi aveva chiesto lo stato d’emergenza: “Non stiamo parlando di un’alluvione, stiamo parlando di un’emergenza che si sovrappone purtroppo a un terremoto. Ora dobbiamo affrontare il percorso attraverso cui ottenere quello che per noi è assolutamente indispensabile, vale a dire il riconoscimento di tutti i danni. Valuteremo anche la fiscalità di vantaggio”. C’è anche da capire come l’argine lungo un tratto rettilineo di fiume abbia potuto sbriciolarsi in quel modo: al di là della spiegazione dell’Aipo, una commissione scientifica formata dalla regione indagherà sulle cause del cedimento, poi si penserà a “mettere in sicurezza definitivamente quel nodo idraulico” (si parla di 19 milioni di investimenti su cui è arrivata una risposta dal ministro Orlando) mentre fra gli abitanti cresce la rabbia. 

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Qui nessuno crede veramente all’ipotesi delle tane, quanto alla trascuratezza nella manutenzione degli argini, come dimostra il profilo Facebook “Alluvionati e incazzati”, che in pochi giorni ha raccolto quasi 19mila mi piace alla parola d’ordine, oppure l’iniziativa delle associazioni consumatori e di alcuni legali, che stanno valutando una class action e invitano i cittadini a fotografare scrupolosamente i danni subiti. Una risposta sullo stato degli argini è arrivata dalla Protezione civile: l’ultimo intervento di manutenzione sull’argine che ha ceduto risale allo scorso 5 dicembre.  

Intanto la regione ha aperto un sito internet dedicato e, sempre online, sono disponibili i moduli per i risarcimenti. L’acqua è defluita da Bastiglia e Bomporto, le idrovore hanno quasi terminato il loro lavoro nelle campagne di San Felice e Finale, ma resta il problema dello smaltimento dei rifiuti. Martedì è nevicato, e per le prossime 36 ore c’è un allerta pioggia intensa per le zone appenniniche dei fiumi Secchia e Panaro e per le pianure di Modena e Reggio. “

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